Ravenna, 15 febbraio 2013 - ERRANI a Roma, sì o no? La domanda che divora da mesi i palazzi della politica emiliano romagnola continuerà a tenere banco ancora per qualche settimana. All’orizzonte, però, dopo tanto chiacchiericcio sembra intravedersi una soluzione. Perfetta. In grado di tenere insieme le esigenze del territorio (leggasi, non andare a elezioni anticipate per la Regione) e quelle di un eventuale ruolo nazionale di Errani. Fantapolitica? Può darsi. Ma intanto la proposta è sul tavolo. E a lanciarla non è un personaggio qualsiasi.

SI TRATTA di Nicola Zingaretti, candidato del Pd alla Regione Lazio e, soprattutto, un nome di peso dentro il partito. Zingaretti, ieri, ha avanzato una soluzione molto semplice «per ridare centralità alle Regioni». La sua idea è che «il presidente della Conferenza delle Regioni sieda nel prossimo Consiglio dei Ministri». E il presidente in carica della Conferenza delle Regioni è proprio Vasco Errani, alla guida della giunta dell’Emilia Romagna.

CHE l’idea si tramuti in realtà è ancora troppo presto per dirlo. Di sicuro disegna scenari inediti. E, di sicuro, ha il pregio di essere la ‘quadratura del cerchio’, la soluzione in grado di superare tutti gli ostacoli e tutte le perplessità. I vantaggi della proposta sono molteplici. Eviterebbe elezioni anticipate in Emilia Romagna. Non esporrebbe un esecutivo democratico a scelte poco sostenibili agli occhi dell’opinione pubblica, in un’epoca di antipolitica sempre più esasperata. Permetterebbe, infine, a Errani di entrare a Palazzo Chigi come una sorta di ‘ministro-ombra’ senza dover lasciare la carica di presidente della Regione. E soprattutto, mantenendo il ruolo di commissario per la ricostruzione post-terremoto, il legame più forte che l’uomo, ancor prima del politico, ha promesso di mantenere fino in fondo con la sua terra. Fino a quando tutto non sarà ricostruito.

Andrea Zanchi