Bologna, 9 maggio 2013 - Un Nettuno d’oro per esprimere “profonda gratitudine ad Aldina Balboni per la sua opera di altissimo valore a favore della cittadinanza bolognese”. Con questo spirito il Comune di Bologna, per mano del sindaco Virginio Merola, domani alle 17 in Consiglio comunale, conferira’ il riconoscimento a Aldina Balboni. E’ prevista anche una prolusione tenuta da monsignor Fiorenzo Facchini, mentre la motivazione del conferimento verra’ durante la cerimonia dall’assessore ai Servizi sociali Amelia Frascaroli.
 

“Siamo molto soddisfatti- dice Alessandro Alberani, segretario della Cisl- che l’amministrazione abbia deciso di assegnare questa onorificenza. Aldina Balboni e’ una delle persone che nella nostra citta’ ha saputo maggiormente coniugare nella sua attivita’ parole di solidarieta’ con azioni concrete, mettendo sempre al centro della sua opera la dignita’ ed il rispetto per la persona umana”. Alberani ricorda che “fin dall’inizio della sua attivita’, dai primi contatti con le giovani lavoratrici, ha sempre prestato grande attenzione al tema dell’occupazione, attribuendo al lavoro una valenza di riscatto sociale e grande importanza alla formazione degli operatori e dei volontari”.
 

Oltre a cio’, “l’esperienza di Casa Santa Chiara e dei gruppi famiglia- aggiunge Alberani- rappresenta, in ambito del sociale, una delle azioni piu’ importanti realizzate a Bologna, proprio per questo Aldina Balboni e’ diventata un punto di riferimento per molte persone colpite da disabilita’ e fragilita’. Da sottolineare inoltre che i suoi interventi, innovativi ed efficaci, sono oggi di largo utilizzo nel campo dell’assistenza sociale”.

Aldina Balboni e’ nata a Bologna nel 1931, dove ha sempre vissuto e lavorato. Nel bolognese e’ molto conosciuta, si legge nella motivazione del conferimento del Nettuno d’oro, “per la generosita’ e la caparbieta’ con cui, fin dal dopoguerra, ha saputo sostenere e dare aiuto concreto alle persone con difficolta’ o disabilita’”. Dopo un’esperienza in Azione Cattolica e, come responsabile, nel movimento giovanile delle Acl, dove viene a contatto con i problemi delle giovani lavoratrici, avvia nel 1959 a Bologna la comunita’ di Casa Santa Chiara, accogliendo e vivendo con ragazze che, dimesse da istituti assistenziali, non avevano una casa e cercavano lavoro.
 

Poi da’ vita a piccoli gruppi a dimensione familiare, alternativi agli istituti assistenziali favorendo la nascita di una rete vasta e articolata di strutture di accoglienza in grado di fornire concreto sostegno a numerosi giovani con disabilita’ anche gravi e alle loro famiglie. Casa Santa Chiara apre il primo dei tanti gruppi famiglia per giovani con disabilita’ nel 1969: oggi, senza scopo di lucro, accoglie giovani ed adulti portatori di handicap, privi di sostegno familiare o comunque bisognosi; conta 13 gruppi famiglia, cinque centri di recupero semi-residenziali, una casa per ferie in Cadore e il Centro per il tempo libero “Il Ponte”; opera in collaborazione con l’Ausl, ma accoglie anche, autonomamente, persone a cui nessuno provvederebbe. “Aldina Balboni ha dedicato l’impegno di una vita alle persone in condizioni di fragilita’ o disabilita’; per esse ha realizzato, nello spirito cristiano del servizio e della condivisione, forme di intervento sociale innovative; ha avviato nuove risposte ai bisogni assistenziali, anticipando soluzioni oggi diffuse”, le riconosce il Comune.
 

(Dire)