Bologna, 17 giugno 2013 - ALLE Olimpiadi di Los Angeles, che si svolsero dal 30 luglio al 14 agosto 1932, una medaglia d’oro fu conquistata dal quartetto italiano dell’inseguimento a squadre. I quattro campioni furono Paolo Pedretti, Nino Borsari, Alberto Ghilardi e il bolognese Marco Cimatti, che divenne, così, la prima medaglia d’oro olimpica dello sport bolognese.

CIMATTI nacque cento anni fa, il 13 febbraio 1913, e a 19 anni fu selezionato fra i ciclisti per partecipare alla decima Olimpiade. Il successo olimpico lo fece diventare il beniamino degli sportivi bolognesi. Due anni dopo fece il grande passo verso il ciclismo professionistico, partecipando a corse sia su strada sia su pista, fino al 1940, anno in cui si ritirò dalle competizioni agonistiche. Vinse quattro tappe nei Giri d’Italia del 1937 e 1938 e per un giorno vestì la maglia rosa. Nel 1934 vinse anche il Giro dell’Emilia. Si aggiudicò altre corse fin quando l’inizio della guerra lo portò alla decisione di interrompere la propria carriera a soli 27 anni.

LA BICICLETTA con cui correva Cimatti era prodotta da Amleto Villa, che aveva aperto un negozio in Strada Maggiore 10. I successi di Cimatti contribuirono a dare grande notorietà alle biciclette da corsa col marchio Villa e il negozio, che aveva aperto nel 1928, espose con orgoglio i cinque cerchi olimpici, il trofeo di Cimatti.Nel 1937, anno in cui giunse terzo nella Milano-Sanremo, Cimatti decise di avviare un’azienda per fabbricare biciclette che esibivano il marchio con il suo nome. Ebbe successo e negli anni Cinquanta, quando i sintomi della crescita del benessere diventavano concreti e l’Italia si avviava verso il boom economico, Cimatti si lanciò in una nuova impresa: aprì una fabbrica per produrre ciclomotori e motociclette. L’idea ebbe successo e in breve tempo la casa motociclistica Cimatti si affermò sul mercato. Cimatti morì nella sua città il 21 maggio 1982.

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