Bologna, 23 giugno 2013 - Doveva essere un intervento di routine, senza rischi, per sostituire le protesi al seno impiantante vent’anni prima. Ma per una donna di 63 anni, Ornella T., residente a Firenze, di casa a Bologna dove trascorreva lunghi periodi a casa della figlia, quella semplice operazione di chirurgia plastica eseguita nella clinica privata Villalba si è trasformata in un autentico calvario. Ventiquattr’ore dopo essere uscita dalla sala operatoria, infatti, la paziente è morta. Il decesso è avvenuto mercoledì sera e ora la famiglia, che si è subito rivolta ai carabinieri, vuole sapere la causa del decesso e, soprattutto, se qualcuno ha sbagliato.

Il pm Beatrice Ronchi ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo che conta sei indagati, cioè i due chirughi, i due anestesisti e i due medici di reparto di Villalba che si sono occupati della 63enne. Ieri mattina ha affidato l’incarico per l’autopsia, eseguita nel pomeriggio dal medico legale Sveva Borin affiancata dai periti di parte. La causa della morte, stando ai primi riscontri dell’esame autoptico, sarebbe stata un’embolia polmonare. Visto l’esito, si complica non poco la posizione dei medici e bisognerà verificare se alla paziente siano stati somministrati i farmaci anticoagulanti, come l’eparina, che avrebbero potuto salvarle la vita. Stando ai primi riscontri, in cartella clinica il farmaco non risulterebbe.

«LA FAMIGLIA vuole mantenere sulla vicenda il massimo riserbo — dice il genero della paziente deceduta, di professione medico — e in questo momento di dolore non ci sentiamo di rilasciare dichiarazioni. L’unica cosa che vogliamo dire è che la magistratura è stata attivata non per puntare il dito contro qualcuno, ma perché era l’unico modo per scoprire la verità e sapere la causa della morte». Solo l’apertura dell’inchiesta, infatti, ha reso possibile eseguire l’autopsia, l’unico esame in grado di dare risposte sul decesso.
 

ORNELLA T. soffriva di fibrillazione atriale, perciò si era sottoposta a molti esami ed analisi prima dell’intervento proprio per essere sicura che l’operazione si potesse eseguire senza rischi. I medici alla famiglia avevano dato ampie rassicurazioni. A fine maggio, peraltro, la 63enne si era già sottoposta, sempre a Villalba, a un piccolo intervento di liposuzione addominale.
 

E COSÌ tutti sono tranquilli quando martedì mattina la donna entra nella clinica nota in città per l’eccellenza dei suoi medici e delle sue strutture. Dopo l’ingresso, e ulteriori esami eseguiti martedì mattina, nel primo pomeriggio va in sala operatoria e ne esce alle 19, sveglia e in buone condizioni. «E’ andato tutto bene», dicono i medici alla figlia. Dopo una notte tranquilla, mercoledì mattina ecco i primi problemi. Quando infatti gli infermieri la alzano dal letto, la paziente sviene. Episodio al quale non sarebbe stata data grande importanza, imputato a un calo di pressione. Verso le 16,30, la donna comincia a sentirsi male e, a quel punto, le sarebbe stata misurata la pressione e somministrato un analgesico. Dopo un lieve miglioramento, alle 18,30 la situazione precipita. Mentre il chirurgo è in stanza per controllarla, lei si sente soffocare e non riesce più a respirare. Il medico esce per chiamare i rianimatori e la figlia resta sola con la madre per alcuni interminabili secondi, urlando e chiedendo aiuto. Arrivano i rianimatori e praticano diverse manovre, poi la portano in terapia d’urgenza. Alle 20 Ornella muore.

di Gilberto Dondi