Bologna, 15 luglio 2013 - PREFERISCONO i turisti o i viaggiatori anziani. Si avvicinano e con la scusa di aiutarli a portare borse o valigie, che a volte afferrano con prepotenza, chiedono una ricompensa che va dai 20 ai 50 euro. Succede nella nuova stazione dell’Alta velocità e loro sono cittadini nomadi, in particolare rom. Che quando vedono avvicinarsi la vigilanza o gli agenti della Polfer si dileguano.

«Il problema c’è, è inutile negarlo», ammette Giulio De Simone, vice segretario provinciale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia. «I nomadi sono in aumento — aggiunge — . Si aggirano lungo i binari, agli ingressi o nei tunnel e non si limitano alla questua: con il metodo del ‘porta valigia’ chiedono soldi. E non pochi. I servizi mirati che facciamo anche in borghese sono tanti, ma non bastano». Anche l’altro giorno tre nomadi sono stati denunciati. Il metodo è sempre lo stesso: prendono di mira soprattutto turisti e persone anziane, si offrono di portare i bagagli e in cambio vogliono un compenso. Ma c’è anche chi aiuta i viaggiatori a fare il biglietto del treno alle macchine self-service e poi pretende il resto.

LA PRESENZA degli uomini in divisa è, ovviamente, un deterrente, per il ‘popolo dei nomadi’ presente nella stazione della Tav, ma le segnalazioni dei viaggiatori sono in aumento. «Noi interveniamo con gli strumenti normativi che abbiamo a disposizione — sottolinea il sindacalista —, li multiamo, sequestriamo i soldi perché sono provento di attività illecita, ma serve a poco. La superficie da presidiare è troppo vasta e servirebbe più personale in divisa o in borghese». Nella nuova stazione, 70mila metri quadrati divisi su tre piani, la mole di lavoro per gli agenti della Polfer è tanta. «Servirebbero 80 agenti in più, anche se la stima è molto ampia, rispetto a quelli che ci sono — dice De Simone —, hanno già mandato dei rinforzi e ne arriveranno altri 10, credo dopo l’estate, ma restiamo di molto sottorganico».

POI C’È il nodo delle telecamere. Il sistema di videosorveglianza «non è totalmente attivo: vediamo circa 10 monitor su migliaia, ma dovrebbe essere più efficace a livello telematico. E le telecamere dovrebbero attivarsi al passaggio delle persone». Nella nuova stazione, inoltre, le radio degli agenti di polizia non funzionano. «Non c’è possibilità di fare un ponte radio — dice De Simone —, non è stato previsto in sede di progettazione, e ci hanno lasciato totalmente scoperti. Con i cellulari non si avvisano 20 colleghi contemporaneamente se c’è un’emergenza e non si può stare collegati costantemente con la centrale. E’ una questione di sicurezza, sia degli utenti che nostra».

Emanuela Astolfi