Bologna, 29 luglio 2013 - Dodici pizzerie a domicilio tra centro e periferia e un traffico umano di clandestini dal Pakistan che andava avanti almeno dal 2000. Sono stati cinque gli arresti (su sette decreti di fermo e 18 decreti di perquisizione in tutta Italia) notificati nei giorni scorsi a Bologna dagli agenti della squadra mobile, per l'operazione International pizza travel.

Associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina e allo sfruttamento del lavoro l'accusa: le indagini, partite da una denuncia dello scorso gennaio, e svolte poi con la collaborazione di Guardia di Finanza, Polizia Municipale di Bologna e squadre mobili di Foggia, Salerno e Modena, hanno permesso di ricostruire una vera e propria organizzazione che dal Pakistan, reperiva forza lavoro da spedire in Italia con un visto turistico e regolarizzare sulla base di finti contratti di lavoro. Al vertice due fratelli pakistani, Kham Shahid Mehidi e Muhammad Razzaq Choudhry, residenti a Bologna e titolari di due imprese a cui fanno capo una dozzina di pizzerie a domicilio in città.

Dove i lavoratori pakistani arrivavano per lavorare anche 12 ore al giorno con contratti part-time e uno stipendio di 15 euro al giorno, in parte da restituire all'organizzazione per i debiti contratti per il viaggio (fino a 13mila euro per essere portati in Italia) e per l'affitto di un posto letto in tre case-dormitorio che l'organizzazione gestiva in via Ferrarese, via del Lavoro e via Carracci. Coinvolti nell'affare anche un commercialista e due datori di lavoro bolognesi.

Simone Arminio