Bologna, 7 aprile 2014 - «Nessuno mi assume, e allora scelgo di non curarmi per garantire il futuro ai miei figli». È il triste caso di Francesca Grazia, cittadina bolognese di 37 anni, disoccupata, che, pur rischiando di perdere completamente l’udito, ha deciso di non curarsi per evitare ogni tipo di spesa non necessaria alla mera sopravvivenza. «Ho quattro figli, di cui due necessitano di assistenza medica – continua - e viviamo in un appartamento pubblico di 60 metri quadrati. Non riusciamo nemmeno a pagare le bollette».

Dopo svariati tentativi d’appello nei confronti dell’amministrazione comunale (compresa la lettera al sindaco Merola, scritta personalmente dal figlio sedicenne), la situazione continua ad essere sull’orlo del precipizio. «La domanda è: nel nostro comune esiste un percorso di salvezza per Francesca, viste anche le numerose agevolazioni che vengono concesse, ad esempio, ai cittadini non italiani?» sottolinea il consigliere comunale di Forza Italia, Lorenzo Tomassini.

Tra le recenti spese dedicate alle politiche sociali per i cittadini stranieri, sono, ad esempio, circa 15mila gli euro impiegati per la verifica di idoneità di alloggi privati, 400 euro mensili concessi a ogni nucleo famigliare del campo nomadi di Borgo Panigale per le spese di fornitura elettrica e circa 4700 euro di contributi scolastici autorizzati ai bambini rom, sinti e camminanti.

«Per ognuna di queste determinazioni dirigenziali – continua Tomassini – Francesca ha delle esigenze precise: un alloggio idoneo (visto che il suo non ha neanche gli infissi a tenuta) da cui non rischi di essere sfrattata da un momento all’altro, e la necessità di assistenza medica e scolastica per i suoi figli».
Come fa notare il consigliere comunale di Forza Italia, Patrizio Giuseppe Gattuso, «è una questione di necessità: la priorità va ai casi più critici, un po’ come il codice rosso del pronto soccorso».