Bologna, 20 giugno 2014 - Dietro le quinte ci scherza su con i dottorandi (“La cerimonia finisce alle 20, quindi niente partita”). Poi, dal palco, Ivano Dionigi affonda il colpo, verso la politica e l’intera opinione pubblica. “Cosa si pensa della ricerca nel nostro Paese? Riteniamo davvero che si dia futuro senza ricerca? Vogliamo continuare a credere e a fare credere nel 2014 - scandisce il rettore dell’Alma Mater di Bologna - che un calciatore valga di piu’ un ricercatore?”. Il riferimento, nella giornata in cui la nazionale italiana gioca la sua seconda partita ai Mondiali in Brasile, non e’ casuale e fa guadagnare a Dionigi l’applauso prolungato degli oltre 350 dottori di ricerca seduti in platea, nell’aula magna di Santa Lucia, per la loro cerimonia di proclamazione. Il rettore va dritto al punto, mentre a fianco a lui siede il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini (oggetto anche di una mini-contestazione dell’associazione Link davanti a Santa Lucia).

“Cosa si pensa del tasso di disoccupazione dei laureati, aggravato dal fatto che in Italia abbiamo non troppi ma troppo pochi laureati? - sferza Dionigi - e cosa si pensa della ricerca nel nostro Paese? La risposta chiama in causa tutti, a cominciare dalla politica. Una politica che guidi l’economia ma che, soprattutto, si faccia guidare dalla cultura”. Con la politica e i suoi rappresentanti, in particolare, Dionigi pare avere un conto aperto. “Come rettore di questo Ateneo - dice rivolgendosi ai dottorandi - ma in primis come professore, io so che questa Universita’ pubblica, laica e aperta vi ha dato molto: vi ha dato il meglio della formazione che poteva darvi. Ma so anche, come cittadino, che questo Paese vi chiede molto, forse troppo, e che quindi molto in cambio vi deve dare la politica di questo Paese. Vi deve dare di piu’”.

Nel suo discorso, Dionigi mette in fila le medaglie e i problemi dell’Alma Mater: dallo “sfinimento della riforma” Gelmini ai primi posti nei ranking internazionali su ricerca e internazionalizzazione; dai concorsi per 350 nuovi posti ai tagli reiterati sui fondi ministeriali, anche quelli premiali. Sforbiciata che risale all’anno scorso ma che ancora provoca nel rettore “amarezza e una punta di rabbia”. E su cui persino Giannini ammette: “L’Universita’ di Bologna non meritava certo il taglio del 4,75% sul fondo premiale”, essendo un Ateneo virtuoso (per quelli in deficit il taglio e’ stato del 5%). Insomma, oggi e’ “difficile per tutti operare- afferma Dionigi- lo sa bene il ministro, alle prese con l’annunciata e sacrosanta revisione e semplificazione dei concorsi e con l’ancor piu’ sacrosanta causa per cui si e’ battuta”, ovvero l’aumento del 50% delle borse di studio per gli specializzandi di Medicina, arrivate a 5.000 unita’.

Ma Dionigi ci tiene soprattutto a parlare coi nuovi dottori, con cui si e’ intrattenuto anche prima della cerimonia. “Siete la contraddizione piu’ dolorosa e vistosa di questo Paese, uno degli ossimori piu’ drammatici- afferma- benedettamente ricco di talenti e maledettamente povero di sfide, futuro e politica”.
Selezionati “tra i piu’ bravi” e, per questo, “siete un bagliore di luce mentre tanti vostri coetanei, colpiti mortalmente nella fiducia, non si interessano ne’ allo studio ne’ al lavoro”. Eppure, “una parte di voi e’ gia’ all’estero”, per pochi e’ la carriera accademica, altri faranno i professionisti o gli imprenditori. Ma la maggioranza e’ senza sbocchi. “Io sono ancora letteralmente assediato, e questo mi turba e mi deprime, dai vostri fratelli maggiori che mi chiedono quotidianamente collocazione, aiuto e lavoro- afferma Dionigi- folle e suicida e’ quel Paese che si priva dei suoi giovani piu’ validi”.

(Fonte Dire)