‘A Skeggia’ non lascia e rilancia. Il Comune lo dà agli ultras per tre anni

Lo spazio di via Andrea Costa ritrovo dei tifosi rossoblù

Lo spicchio della curva Bulgarelli occupato dai Forever Ultras 1974 (foto Schicchi)

Lo spicchio della curva Bulgarelli occupato dai Forever Ultras 1974 (foto Schicchi)

Bologna, 17 luglio 2016 - ‘A Skeggia’ non lascia, anzi triplica. Lo spazio di via Andrea Costa adiacente all’ex bocciofila, da un anno e mezzo punto di ritrovo fisso dei sostenitori rossoblù e dedicato a un ragazzo della curva scomparso prematuramente, sarà gestito dai Forever Ultras per almeno altri tre anni (con la possibilità di rinnovo per uno ulteriore). Unica clausola: se quell’area – a due passi dal canale Reno e con il Dall’Ara proprio di fronte – servirà al Bologna all’interno del progetto di ristrutturazione dello stadio, allora la durata della convenzione sarà ridiscussa. Intanto, però, in attesa di novità dal club di Saputo sul destino dell’impianto e delle aree adiacenti, il gruppo ultras più longevo della curva Bulgarelli incassa un risultato non scontato quando, un anno fa, aveva stipulato con il Comune un patto di collaborazione per la gestione dei locali di quella che era un’ex officina dismessa da anni e nel frattempo occupata.

La decisione del Comune è arrivata in questi giorni, dopo che era scaduto il primo anno di gestione dell’immobile al civico 169 di via Andrea Costa, stabilito nel corso del 2015 con un patto di collaborazione tra Comune e tifosi dopo che il gruppo. L’esperienza è andata bene, e dunque i dirigenti di Palazzo D’Accursio hanno ritenuto che l’esperienza potesse andare avanti e, anzi, per un periodo anche più lungo di dodici mensilità. Anche perché nel frattempo i Forever hanno creato un’associazione ad hoc, anche questa denominata ‘A Skeggia’, e si sono iscritti nell’elenco delle libere forme associative.

Come si legge nella determina dirigenziale che ha dato il via libera al rinnovo del patto, "l’associazione ha iniziato un percorso di integrazione nel tessuto sociale del quartiere, nonostante alcune difficoltà, che in parte ancora permangono, nella comprensione e nell’adeguamento alle norme che regolano la gestione delle attività da loro promosse, ha costruito un rapporto positivo di collaborazione con gli uffici del Quartiere e del Comune, esito questo che appariva alla sottoscrizione del patto tutt’altro che banale». Il patto ha permesso quindi in questo anno «lo svolgimento di attività socialmente utili" e "il primo anno di collaborazione ha avuto un esito sostanzialmente positivo".

Le attività che saranno svolte dentro l’ex officina ora restaurata e rimessa a nuovo a spese degli stessi ultras (che pagheranno anche le eventuali utenze allacciate), sono le stesse che erano previste già nel primo patto: realizzazione di un archivio di materiali con attività collaterali (laboratori, mostre), sulla storia del tifo, del Bologna e dello stadio; incontri, proiezioni, presentazione di libri o altre opere finalizzati a diffondere e rivalorizzare la cultura bolognese, che siano aperti alla partecipazione di tutti; laboratori per bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni, finalizzate a sensibilizzarli sul tema del tifo corretto e creativo (l’anno scorso fu realizzato anche uno spazio bimbi aperto a tutto il quartiere); attività rivolte ai ragazzi sopra i 14 anni per la cura dei beni comuni urbani; una palestra popolare; attività agli anziani, sia ricreative sia di servizio (come il controllo gratuito della pressione da parte di un infermiere professionale con la collaborazione di operatori socio-sanitari e volontari). ‘A Skeggia’ dovrà rimanere aperto per un minimo di 6 ore al giorno e 42 alla settimana, mentre nelle giornate di partita dei rossoblù le porte saranno aperte dalle 18 alle 24. Perché il Bologna è una fede, anche nelle ore più buie.

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