Abitare in montagna, "Ritmi più lenti e gente dal cuore grande"

Tre storie di famiglie che hanno scelto di vivere in Appennino: " Il mondo perduto del focolare di una volta, qui lo trovi ancora intatto"

Paolo Cesari vive a Castiglione con la moglie Marina e il piccolo Federico

Paolo Cesari vive a Castiglione con la moglie Marina e il piccolo Federico

Bologna, 22 aprile 2021 - "Montagna mon amour". Ci si trasferisce sull’Appennino bolognese per l’amore di una donna o per l’amore dell’arte e della storia. Oppure non ci si trasferisce affatto. Si rimane nel proprio paese montanaro, rinunciando anche a grandi occasioni. Ecco di seguito tre storie di famiglie che hanno scelto di vivere sulla montagna bolognese. "Sono nato e cresciuto a Castel San Pietro Terme – racconta Paolo Cesari, esperto d’arte antica – e da qualche anno vivo a Castiglione dei Pepoli con mia moglie Marina Gighirim e il nostro piccolo Federico di tre anni. Castiglione la frequento almeno da 25 anni, da quando presi un piccolo rifugio nella frazione di Baguzzi".

Quando è arrivata la svolta? La decisione di installarsi a Castiglione? "Quando ho comprato il maniero dei Pepoli – rivela Cesari – un bellissimo palazzo costruito su una torre matildica, che si trova davanti ad un magnifico spiazzo, vicino al centro del paese. Realizzato dai Pepoli, prima signoria di Bologna, il palazzo si presta ad ospitare matrimoni ed eventi culturali di ogni tipo. Nell’estate 2020 abbiamo tenuto una serie di conferenze e tutte le volte abbiamo fatto il pienone, nonostante la pandemia e i distanziamenti anti Covid-19".

Cos’ha trovato sull’Appennino bolognese? "La gente, le persone dal cuore grande, grandissimo – afferma senza esitazione Cesari – c’è sempre qualcuno pronto a collaborare con te, a darti una mano. Il mondo perduto del focolare di una volta, qui lo trovi ancora intatto, integro".

Tiberio Rabboni, presidente del Gal (Gruppo di azione locale) dell’Appennino bolognese è cresciuto da bimbo a San Venanzio di Galliera, e da adulto stava a Bologna. Da 27 anni abita a Pian di Casale, frazione di Castel di Casio, molto vicino a Porretta. "Sono venuto a stare qui per amore – ricorda – mia moglie Katia Lenzi era nata qui, viveva e lavorava qui. Scontato che io mi dovessi trasferire qui, dove poi sono nati i nostri figli, Tullia (22 anni) e Piero (20)".

La sua vita in Appennino? "Una continua vacanza – risponde Rabboni – facendo l’amministratore pubblico (prima assessore e vice presidente della Provincia di Bologna, poi assessore regionale, ndr), arrivavo a casa sempre tardi. E quando non avevo impegni mi riposavo. Questo mi ha consentito di riscoprire la natura, qui rigogliosa di essenze arboree e fauna selvatica".

Alex Battistini e sua moglie Elisa Ferrari dall’Appennino non si sono mai spostati. "Io faccio l’autista d’autobus di linea – racconta Battistini – e mia moglie fa l’infermiera a Montese. Abbiamo vinto un primo bando della Regione e con questi contributi abbiamo potuto acquistare una casa tutta per noi e per la nostra piccola Chiara di tre anni. Da qui non ci sposteremo mai".  

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