NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Abusi e femminicidi, l’emergenza. Il questore: "Lavoriamo sui carnefici"

Per Antonio Sbordone, che si è insediato ieri in piazza Galilei, "va colmata l’arretratezza emotiva degli uomini"

Abusi e femminicidi, l’emergenza. Il questore: "Lavoriamo sui carnefici"

Abusi e femminicidi, l’emergenza. Il questore: "Lavoriamo sui carnefici"

Invertire la prospettiva. Concentrare l’attenzione sul carnefice, per tutelare la vittima. Nei giorni in cui l’Italia piange e si carica di rabbia per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’ennesimo femminicidio - 105 le vittime in meno di un anno - nel presentarsi alla città, il nuovo questore Antonio Sbordone punta la sua attenzione sull’emergenza della violenza di genere. Una delle piaghe più dolorose di Bologna che, da numero uno della polizia sotto le Due Torri, sarà chiamato ad affrontare.

VIOLENZA DI GENERE

"Con ritardo – ha detto Sbordone – si sta iniziando ad approcciarsi a questo problema mettendo al centro non solo la necessità di sensibilizzare e tutelare la vittima, ma spostando il focus sul maltrattante, sullo stupratore, sul femminicida. C’è un gap in questo Paese: a fronte di un’emancipazione femminile, maturata in tempi anche rapidi, c’è una sostanziale arretratezza culturale e vorrei anche dire emotiva degli uomini. Che sono rimasti indietro, troppo indietro. E allora lo sforzo delle istituzioni, a cui deve collaborare anche la polizia, dovrebbe essere quello di riempire questo gap più velocemnete possibile. Questo per me è un modo concreto per salvare delle vite ed evitare delle tragedie".

IL PERCORSO

Il nuovo questore, sessant’anni, napoletano, una carriera professionale nella Digos, prima di approdare a Bologna ha ricoperto il ruolo di vicario a Salerno e Pesaro e poi di questore a Ferrara, Reggio Emilia, Perugia e Padova. Un percorso che lo ha portato a rapportarsi con problemi comuni a quelli che oggi sono sofferti da Bologna. E ieri mattina, infatti, si è soffermato anche su altre emergenze cittadine: lo spaccio in primis, seguito dai problemi legati alla malamovida.

LO SPACCIO

"Premesso che devo avere il tempo di comprendere dove sto e quali sono le esigenze maggiori – ha spiegato il nuovo questore –, già mi sento di dire che tra le mie priorità ci sarà la lotta allo spaccio. Ritengo che la droga, adesso, sia il primo dei mali di una collettività: è un vulnus per la salute e per la sicurezza, perché si sa che traffico e spaccio di droga si portano dietro una serie di reati connessi che incidono sulla serenità delle persone".

LA MOVIDA

Un altro tema al centro dell’agenda bolognese è quello della lotta alla malamovida, croce dei predecessori di Sbordone che hanno sempre cercato, in un equilibrio da acrobati, di contemperare le esigenze tra il diritto dei cittadini alla serenità e la voglia degli studenti di vivere la città. "L’attività repressiva nei confronti della malamovida credo che sia non solo opportuna, ma anche necessaria – ha spiegato il questore –. Dobbiamo lavorare per evitare eccessi e commissione di reati in questo contesto. Un discorso a parte, invece, lo merita la movida sana, quella dei giovani, degli studenti che vogliono divertirsi in modo non problematico, non violento. Questo è il tipo di movida che va messa in relazione con le esigenze dei residenti, di chi vuole stare in pace. È un discorso complicato, perché investe più istituzioni, più interessi, a cominciare da quelli commerciali. Sono questioni complicate da non affrontare in modo banale, ma con una visione di orizzonte".

OBIETTIVO SERENITÀ

Centrale, per il questore, resta comunque "lo sforzo di fare il bene per la comunità – spiega –. Oggi, oltre ai consueti compiti di prevenzione e repressione, dobbiamo fare di più, affrontare le questioni approntando un piano di ‘prossimità’. Per quanti arresti possiamo fare – conclude il questore –, a prescindere dalle norme, non si riuscirà mai a incidere sulla serenità delle persone se non facciamo nulla per ridurre i conflitti che ci sono tra generazioni, culture, etnie".