NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Abusi su due sorelline di 9 e 11 anni, condannato il vicino di casa

La sentenza del processo di Appello: il cinquantaduenne dovrà scontare due anni e sei mesi. L’avvocato della famiglia: “Bene la conferma delle responsabilità, ma resta il trauma delle piccole”

La Corte d’Appello ha condannato il cinquantaduenne a due anni e mezzo di pena, per violenza sessuale su minore aggravata

La Corte d’Appello ha condannato il cinquantaduenne a due anni e mezzo di pena, per violenza sessuale su minore aggravata

Bologna, 5 luglio 2025 – Aveva approfittato di quelle due bambine, tradendo la fiducia che i genitori avevano riposto in lui e abusando delle piccole, che all’epoca avevano solo 9 e 11 anni. Era successo in una calda giornata di giugno del 2020 e adesso per l’uomo, che oggi ha 52 anni, dopo la condanna in primo grado a tre anni e mezzo, è arrivata anche la sentenza d’Appello, che ha confermato la responsabilità dell’imputato: il giudice della seconda sezione ha stabilito una pena di due anni e sei mesi, con uno ‘sconto’ legato al riconoscimento delle attenuanti generiche. Le motivazioni sono attese in 90 giorni.

L’uomo rispondeva di violenza sessuale su minore aggravata: stando a quanto ricostruito, quel giorno l’imputato si era offerto di accompagnare le bimbe alla pista ciclabile del paese nell’hinterland dove all’epoca abitavano per svagarsi un po’. In quei giorni il papà delle vittime, che è un appartenente alle forze dell’ordine, era fuori città per lavoro e la mamma aveva acconsentito, vista anche la confidenza e l’amicizia che legavano la famiglia all’uomo. Al parco, però, il cinquantaduenne per l’accusa aveva approfittato dell’assenza dei genitori per allungare le mani sulle bambine. Entrambe. Le piccole avevano tenuto nascosti gli abusi per giorni, fino a decidere, un mese dopo i fatti, di confessare tutto alla mamma e al papà. Era scattata immediatamente la denuncia nei confronti del vicino, le bambine erano state ascoltate in incidente probatorio, ricostruendo i fatti in maniera precisa e coerente.

Durante il dibattimento le bambine erano anche state sottoposte a consulenze tecniche che ne avevano attestato la piena capacità di testimoniare. La famiglia delle piccole era rappresentata dall’avvocato Pierpaolo Di Federico, che ieri ha appreso la sentenza con la dovuta soddisfazione, contemperata dall’amarezza per quello che le bambine in questi anni hanno dovuto attraversare.

“L’impianto accusatorio si è dimostrato solido – ha detto il legale –. Bene la conferma delle responsabilità dell’imputato, ma ma rimane il dolore per quanto subito dalle bambine”. Un trauma che le ha accompagnate e che neppure il trasferimento in un altro paese è riuscito ad attenuare. L’imputato (che era difeso dall’avvocato Chiara Rodio) in questi anni di indagini e processo non è stato sottoposto a misure cautelari e anche per questo la famiglia aveva deciso di vendere la casa e andarsene: perché le bambine non lo incontrassero ancora.