
Accoglienza palestinesi a Bologna, l'assessora Matilde Madrid (nel tondo) fa un appello al governo: "Serve un piano nazionale"
Bologna, 6 giugno 2025 - Bologna prosegue l'accoglienza dei profughi palestinesi, ospitando sotto le Due Torri più di cento rifugiati. Con precisione, sono 103 le persone uscite da Gaza che si trovano nella nostra città, per di più famiglie molto numerose con una percentuale significativa di minori rispetto agli adulti. La macchina dell'accoglienza si snoda tra Villa Pallavicini, gli spazi di Ageop e quelli della Fondazione Sant'Orsola, gli ultimi due strategici per la vicinanza ai plessi ospedalieri.
Ma altre persone arriveranno nei prossimi giorni: sono in programma, infatti, circa 30-35 arrivi, suddivisi tra 24 ingressi certi e un'ulteriore quota che verrà ripartita a livello ragionale, in base soprattutto alle disponibilità degli ospedali.
Uno "sforzo straordinario per un'emergenza straordinaria - sostiene l'assessora Matilde Madrid -. Noi siamo terra di Pace anche in questo caso e siamo lieti di accogliere le persone palestinesi, ma per rispettarle, l'accoglienza deve essere gestita in maniera diversa".
L'appello è al governo, che deve porre fine "all'inerzia a livello nazionale - continua Madrid -. È necessario che il governo italiano organizzi una linea nazionale per gestire l'accoglienza con un'impronta straordinaria", così come già fatto nei casi dell'Ucraina e dell'Afghanistan. Insomma, una linea nazionale per "consentire alle città di usare strumenti straordinari e risorse ad hoc, in modo da continuare a fare anche l'accoglienza ordinaria che in questo momento viene sacrificata", aggiunge l'assessora con dati Onu alla mano: sono tra le 16 e 18mila le persone in attesa di un visto per poter uscire dalla striscia di Gaza e di queste si sono allontanate per ora solo 1.800: "Dobbiamo prepararci a livello nazionale a una linea organica dell'accoglienza. Perché per ora le città stanno accogliendo da sole, in maniera singolare - chiude Madrid -. Stiamo dialogando con Anci per interloquire con il governo, chiedendo un incontro al ministero della Difesa: non abbiamo contezza di ipotesi di tregua a Gaza né sviluppi che possano garantire alla popolazione palestinese una modalità di sopravvivenza al di fuori dell'uscita da Gaza", dove sulla striscia "è in corso uno sterminio".
Come funziona l'accoglienza: sono due le modalità di accoglienza attraverso cui vengono ospitati i rifugiati: quello sanitario, con la missione Medical Evacuation, attraverso l'accoglienza degli ospedali per i feriti in Medio Oriente, in collaborazione con la prefettura e l'Azienda Usl, e quello del ricongiungimento familiare, gestito dal servizio Protezioni Internazionali di Asp Città di Bologna e in collaborazione con l'ambasciata italiana in Amman, il consolato italiano di Gerusalemme e la Croce Rossa Italiana.
Al momento, da Gaza, sotto le Due Torri sono arrivate 56 persone attraverso sei corridoi sanitari, di cui 42 già accolte nel sistema di accoglienza Sai e 14 accolte in strutture temporanee messe a disposizione dal terzo settore. Altre 12 persone si sono presentate spontaneamente allo sportello protezioni internazionali di Asp e sono state accolte nel Sai.
Attraverso i ricongiungimenti familiari, le persone sono 35, di cui 15 in strutture temporanee e 20 nel Sai. L'appello finale va alla cittadinanza bolognese: "Teniamo alta l'attenzione sullo sterminio che è in corso sulla striscia di Gaza", mettendo "a disposizione beni di prima necessità e anche per creare occasioni sul territorio in cui queste famiglie, quando se la sentiranno, potranno trovare una comunità pronta a farle sentire bolognesi", nella speranza che, prima o poi, "possano fare rientrare in una terra che auspichiamo possa essere riconosciuta dalla comunità internazionale tutta".