Accoltellò a morte il marito "Serve una perizia psichiatrica"

Braccio di ferro tra accusa e difesa all’udienza preliminare per Hanane Ben Sabeur, agli arresti in una struttura

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La sera del 23 maggio scorso, nella loro casa di Marzabotto, Hanane Ben Sabeur, armata di un grosso coltello da cucina, aveva colpito, con fendenti al basso ventre e al fianco, il marito, l’imprenditore Dario Devincenzi, 63 anni. Che era morto, dopo atroci sofferenze e mesi di coma, il primo dicembre.

Ieri, di fronte al gup Alberto Ziroldi, si è aperta l’udienza preliminare per la donna, 44 anni, madre di due bambini. E, nel corso dell’udienza, si è discusso proprio della nomina di un curatore per i minori, con l’udienza aggiornata al 29 aprile. L’imputata, difesa dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli con la collega Valentina Miceli, è ancora in una struttura psichiatrica, ai domiciliari. E proprio l’incapacità di intendere e di volere della donna e la relativa capacità della stessa di prendere parte a un processo è il cardine su cui ruota questo delicato passaggio: in base alla perizia disposta dalla Procura in fase istruttoria - a coordinare le indagini dei carabinieri il sostituto procuratore Luca Venturi - la donna sarebbe stata in grado di intendere e volere al momento del delitto e così di sostenere un processo.

Una questione che invece la difesa vuole confutare: "Per noi è necessario che il giudice affronti questo punto anche tenendo conto di una perizia di parte che siamo pronti a richiedere. Inoltre proporremo che vengano ascoltati alcuni testimoni, che non sono stati presi in considerazione dalla Procura in fase d’indagine". La donna, prima dell’aggressione che ha portato alla morte dell’imprenditore, era stata seguita in strutture dell’Appennino per problemi depressivi. "Lei non è capace di instaurare un discorso compiuto", ha spiegato l’avvocato Tirelli, che vuole "chiarire cosa l’abbia portata a questa esplosione di violenza. Lei ci ha raccontato di abusi e maltrattamenti subiti per anni dal marito: fatti che necessitano di essere approfonditi in fase di indagine, non solo difensiva". Violenze di cui i fratelli della vittima non hanno mai avuto nessuna notizia, né sentore, come aveva spiegato il loro avvocato, Saverio Chesi.

n. t.

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