Addio a Flamigni, maestro di diritti e libertà

Morto a 87 anni il padre della fecondazione assistita. La moglie: "Per tutta la sua vita ha aiutato le donne a fare scelte consapevoli".

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Un pioniere, definito da alcuni suoi allievi il "patriarca" della medicina della riproduzione. Si è spento ieri all’età di 87 anni Carlo Flamigni, uno dei massimi esperti al mondo di fecondazione assistita e grande sostenitore dei diritti delle donne e della laicità delle istituzioni e della politica. Forlivese classe 1933, nella stessa città, a casa, si è spento dopo una brevissima malattia: fino a poche settimane fa partecipava a convegni e si prendeva cura dei suoi pazienti. Ne ha dato l’annuncio sui social il figlio Carlo Andrea: "Ciao papà, speravo che questo momento non arrivasse mai". Lascia anche una figlia, Cristina, e la moglie Marina. Quest’ultima, compagna di una vita, lo ricorda: "Univa etica medica, conoscenza scientifica, una pulsione civile vibrante e una sensibilità straordinaria nei confronti delle donne: ha speso la vita a lottare per mettere a disposizione delle donne la conoscenza che permettesse loro di poter fare scelte libere e consapevoli sulla maternità. Era unico".

Il ginecologo, titolare di varie cattedre all’Università di Bologna, ha anche diretto la clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Unibo dal 1994 al 2001; è stato poi presidente della Società italiana di fertilità e sterilità e Medicina della riproduzione e membro del Comitato nazionale per la bioetica. Consigliere comunale dal 1990 al 2004, è stato il primo presidente del Consiglio comunale (1995-1999), dopo l’istituzione della carica.

La camera ardente è oggi all’ospedale di Forlì, dalle 14 alle 19, e domani dalle 7 alle 15. Il sindaco Merola lo ricorderà in apertura del Consiglio comunale. Come da sua volontà, non ci saranno funerali.

"È stato il patriarca della medicina della riproduzione. Patriarca nel senso di fondatore e padre culturale di tanti di noi, anche se la sua eredità è così vasta che è difficile da raccogliere tutta. Ha fatto la storia". Così la professoressa Eleonora Porcu, sua allieva ed erede al Sant’Orsola nel campo della fecondazione assistita (dirige la Struttura semplice di Infertilità e procreazione medicalmente assistita) ricorda il suo mentore Flamigni. "Nelle lezioni – ricorda – metteva il peperoncino della scienza. Le sue intuizioni costituiscono la base delle attuali conoscenze nel nostro settore".

Ricorda il luminare anche la direttrice generale del Policlinico, Chiara Gibertoni: "Ci ha lasciati un grande professionista, che ha dato lustro al nome del Sant’Orsola. Non ho potuto conoscerlo personalmente, ma i frutti del suo lavoro sono ancora evidenti".

Grande il cordoglio anche da parte del mondo politico. Il deputato dem Andrea De Maria ricorda il "medico, uomo di scienza, personalità di alto profilo umano e intellettuale. Era molto legato a Bologna, ha contribuito ai massimi livelli alla vita intellettuale del Paese". L’assessore comunale Matteo Lepore richiama "la prima volta che ho messo piede in Consiglio Comunale da semplice cittadino, lui parlava dai banchi. Quelli a sinistra. Penso fosse una persona verso la quale tante altre nutrivano stima e riconoscenza". E il consigliere regionale Pd Stefano Caliandro: "La scuola bolognese della fecondazione assistita che non si fermava davanti alle paure della società della conoscenza: questo è stato per me Carlo Flamigni. Io, ventenne figlio di un ginecologo, con lui organizzai un convegno sui limiti della bioetica tra scienza e diritto. Lo saluto con gratitudine e ammirazione". Anche l’ex presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, piange il ginecologo: "È stato medico rigoroso e politico coerente, impegnato nella difesa delle donne e dei loro diritti". La consigliera comunale Pd Federica Mazzoni, infine: "Nel 2016, quando con l’Associazione Spigolo Tondo e molte amiche e compagne abbiamo allestito la mostra fotografica ’Quando le donne a Bologna...’ l’unico uomo che abbiamo deciso dovesse essere presente ritratto è stato lui".

f. o.

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