
Consigliere comunale, cattolico e deputato della Dc: aveva 84 anni. Figura autorevole, ha speso la vita sempre in aiuto dei poveri e degli emarginati. Il senatore Casini: "Straordinaria personalità, si è speso in difesa dei deboli".
Sapeva dare voce ai poveri e ai più deboli. Da politico e da cittadino. Una persona rispettata, benvoluta e apprezzata da tutta Bologna e non solo. Paolo Mengoli è morto ieri a 84 anni dopo una malattia. Nella sua città, quella Bologna in cui era nato nel 1940 e per cui ha speso sempre impegno e dedizione. Da consigliere comunale e da direttore della Caritas. Ma anche da democristiano, cattolico, membro del collegio della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e della Confraternita della Misericordia. "È grandioso tutto ciò che ha fatto", dice con la voce strozzata Paolo Marcheselli, amico e compagno di mille battaglie targate Dc. Un pensiero condiviso anche dal senatore Pier Ferdinando Casini: "Una bella testimonianza cristiana, di nobiltà politica che intepretava per dare servizio agli altri, a difesa degli ultimi, dei diversamente abili e delle famiglie bisognose".
Un movimento cattolico e un impegno sociale a cui si era avvicinato sin da giovane. Perché nel 1967, mentre si laureava in Scienze Matematiche all’Università di Bologna, Mengoli si attivava nell’ambito del volontariato. Una dedizione che porterà avanti per circa 60 anni, anche a livello nazionale. Assunto come ricercatore nel settore del calcolo numerico dal Cnen - Comitato nazionale per l’energia nucleare, poi Enea -, dal 1985 entra alla Direzione centrale relazioni, con l’incarico di curare i rapporti con la Regione Emilia-Romagna.
Nel mentre inizia ad essere membro della Consulta della Caritas diocesana di Bologna, tra il 1977 e il 1990, per poi ricoprire l’incarico di direttore dal 2005 al 2013. Sponda politica, diventa consigliere comunale a Bologna tra il 1990 e il 1995 per la Democrazia Cristiana e tra il 1995 e il 1999 per il Partito Popolare Italiano, sostenendo la giunta del sindaco Walter Vitali.
Nella XIª legislatura, quella che viene definita la prima della Seconda Repubblica dopo quel 1992 che fece tremare l’Italia, viene eletto deputato della Democrazia Cristiana, subentrando al collega di partito Giancarlo Tesini dimessosi quando fu nominato ministro dei Trasporti nel primo governo di Giuliano Amato. Anni che ricorda da collega anche Casini: "Un parlamentare atipico, veramente estraneo a qualsiasi gioco di corrente. Fu di grande nobilità politica: la sua preoccupazione era che nelle leggi finanziarie ci fosse spazio per la difesa degli ultimi. Lo ricordo anche nella Diocesi bolognese, alla Caritas e come socio della Fondazione Carisbo. Ha dedicato la sua vita agli altri ed è stato un esempio vivente di una politica interpretata con spirito di servizio. Il mondo cattolico e la città di Bologna perdono con lui una straordinaria personalità".
Altri suoi impegni sociali sono stati la Confraternita della Misericordia e il Segretariato Sociale Giorgio La Pira. Molto legato a monsignor Ernesto Vecchi, a lungo vescovo ausiliare di Bologna, Mengoli è sempre stato impegnato in battaglie per la lotta alla povertà e all’aiuto agli indigenti. Ha fatto anche parte del collegio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.
Lascia la moglie, tre figli, nipoti e tante persone che lo apprezzano e lo rispettavano. "Dovevamo sentirci qualche giorno fa - conclude Marcheselli, ex direttore amministrativo del Provveditorato agli Studi di Bologna che ha condiviso con Mengoli anche il ruolo di consigliere comunale -. Ci parlavamo spesso. Quando arriva questo momento è sempre una grande tristezza. Bologna perde una voce autorevolissima degli ultimi, di chi non ha voce. Ha sempre avuto a mente i poveri, il welfare, con una dedizione totale. Sono molto rammaricato e dispiaciuto".