PIERLUIGI TROMBETTA
Cronaca

Adesso spunta Dossoman. Rallentatori stradali nel mirino. Abbattuto l’ennesimo autovelox

Nel Bolognese qualcuno ha danneggiato il dissuasore di velocità lasciando la firma sull’asfalto. L’ira del sindaco: "Non è un eroe, ruba vite". E a Faenza (Ravenna) Fleximan ha colpito di nuovo.

Adesso spunta Dossoman. Rallentatori stradali nel mirino. Abbattuto l’ennesimo autovelox

CALDERARA DI RENO (Bologna)

"Dossoman": non è il nome di un nuovo personaggio dei fumetti, ma di un ignoto vandalo che prende di mira i dossi stradali, danneggiandoli o asportandoli. Un ’parente prossimo’ del più celebre "Fleximan", il sedicente giustiziere che taglia i pali che sorreggono gli autovelox installati. Non è la prima volta che, in Italia, si assiste ad azioni del genere: dei giorni scorsi è un raid nel Nord Est, dove era stato sbullonato e divelto un dissuasore, e ora sono stati registrati casi nel Riminese e nel Reggiano. Blitz che sono diventati virali.

La ’firma’ "Dossoman", però, è apparsa per la prima volta nel Bolognese, nel Comune di Calderara di Reno. Lo segnala il sindaco di questa cittadina, Giampiero Falzone, attraverso la sua pagina social. Nella notte tra domenica e lunedì scorsi, infatti, ignoti hanno asportato un dosso artificiale stradale lungo via Rizzola Levante, una strada periferica tra Calderara e la frazione di Lippo, e scritto sull’asfalto con vernice verde a grandi caratteri "Dossoman", appunto.

Il primo cittadino ha già fatto posizionare un nuovo dosso e cancellare la scritta ribattezzando il vandalo, che ha commesso un illecito penale, "imbecilleman". Ed ha avvertito coloro che esultano sul web le sue gesta, che incorrono nel reato di apologia di reato.

"Questo fenomeno assurdo – ha commentato Falzone – è osannato come un eroe, un giustiziere, il Robin Hood dei nostri tempi. Peccato che, come ha scritto già qualcuno, Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, ’Fleximan’ o adesso ’Dossoman’ rubano vite".

Gli episodi, si diceva, si sono ripetuti a distanza ravvicinata in altri territori: segno che l’emulazione è un’epidemia pericolosa. "Dossoman" ha colpito anche a Gualtieri (Reggio Emilia), in via Codisotto a Mane, sulla circonvallazione interna del paese. È stato lo stesso sindaco Renzo Bergamini ad accorgersi che i vari pezzi del dissuasore non erano allineati come previsto.

Un’occhiata più attenta ha permesso di verificare che erano stati svitati quasi tutti i bulloni, con i pezzi del ’rallentatore’ che tendevano a staccarsi uno dall’altro col transitare dei vari veicoli. "Su quella strada – ha affermato Bergamini – abbiamo installato due dossi su richiesta di gran parte dei residenti, per poter limitare la velocità dei veicoli in prossimità della curva tra via Codisotto a Mane e via Giardino, dove ci sono stati diversi incidenti e altri sono stati evitati per un soffio". "Dossoman" ha agito poi a Rimini, in via Orsoleto nel cuore della notte, facendo sparire un rallentatore appena montato e lasciando a terra i bulloni. Una cittadina ha segnalato all’amministrazione comunale il furto.

Venendo invece all’incubo degli autovelox, dopo Ravenna e Castel Bolognese, Fleximan ha colpito anche a Faenza. Nemmeno il gelo della notte ha dissuaso dall’azione criminosa gli ignoti fanatici e sedicenti vendicatori degli automobilisti multati, che approfittando delle tenebre tra lunedì e martedì hanno abbattuto il ’velocar’ collocato nella circonvallazione di Faenza. Dei cittadini che transitavano per quella via in direzione Forlì si sono accorti immediatamente che il palo su cui si erigeva l’apparecchio giaceva a lato della strada, tagliato alla base.

Difficile, al momento, per gli investigatori, dire se si tratti proprio dell’uomo con flessibile che negli ultimi mesi si è reso protagonista di episodi simili anche in altre regioni, o se dai particolari risulti invece che a compiere il gesto possa trattarsi di emulatori. Certo è che ormai Fleximan e i suoi emuli, sono ormai diventati un vero e proprio incubo non solo in Emilia-Romagna ma anche in Veneto e Liguria. La caccia è ovviamente aperta con le procure interessate al lavoro, resta l’insensatezza di un gesto che si sta diffondendo come un’epidemia.