Processo Aemilia, 'stangata' da 750mila euro

Con i costi d’affitto del maxi-processo si sarebbe potuto restaurare l’aula-bunker

L’aula bunker del carcere in disuso

L’aula bunker del carcere in disuso

Bologna, 17 febbraio 2019 - Un progetto visto e rivisto in ogni suo aspetto dal Ministero. Una mole di misure di sicurezza mai predisposte prima. E l’esigenza primaria di adibire ad aula bunker uno spazio che, invece, è nato per essere il più fruibile possibile come solo un padiglione fieristico può essere. Ma quanto è costata alla Regione l’udienza preliminare di Aemilia? Stando alle cifre diffuse proprio da viale Aldo Moro, l’ente ha sborsato 748mila euro, pagati in due tranche a BolognaFiere che si è occupata di tutto, dal progetto preliminare all’affitto degli arredi fino allo smontaggio finale. Il perché è noto: Palazzo Pizzardi non è dotato di un’aula in grado di ospitare udienze che, nei momenti di punta, tra imputati, difensori, magistrati, cancellieri, polizia penitenziaria e giornalisti ha raggiunto le 600 persone. E alternative non ce n’erano. L’aula bunker del carcere è tuttora in disuso ormai dagli anni ’90 e ripristinarla, si disse nel 2015, costava 1,3 milioni di euro. Teatri e cinema non erano idonei per un processo dove la maggior parte degli imputati erano detenuti. E alla fine, in virtù del forte valore simbolico assunto dall’inchiesta, la Regione decise di intervenire in prima persona.

Ma i costi preventivati all’inizio, cioè circa 400mila euro, sono praticamente raddoppiati. BolognaFiere predispose un progetto vagliato in ogni parte dal ministero della Giustizia per il padiglione 19. Un padiglione su due piani, per 20mila metri quadrati complessivi, dotato – e questo fu il vero problema – di 50 portoni con quattro porte ognuno, tutte da presidiare o bloccare per ragioni di sicurezza. Buona parte degli arredi fu affittata, poi si predisposero le videoconferenze dalle carceri per i detenuti in regime di sicurezza, metal detector all’ingresso e percorsi diversificati tra pubblico, avvocati, detenuti e magistrati. Fu creata all’esterno una barriera sorvegliata che isolava il padiglione dal resto del polo fieristico che, invece, continuava a funzionare. Le celle per i detenuti furono portate dall’aula bunker dismessa della Dozza, compresa l’insegna ‘La legge è uguale per tutti’. E fu predisposta una guardiania supplementare rispetto a quella già garantita dalle varie forze dell’ordine. Poi, una volta terminata l’udienza preliminare, tutto fu smontato e il padiglione restituito alla Fiera. L’udienza preliminare si concluse con un risarimento danni complessivo per la Regione di 600mila euro, di cui rispondono in solido 18 imputati e 12mila euro di spese di lite. La condanna, provvisoriamente esecutiva, ha messo nelle condizioni la Regione di avviare il recupero del credito, tramite Equitalia, aggredendo il patrimonio non confiscato degli imputati.

Altro capitolo, invece, riguarda quello delle spese legali sostenute dalla Regione per costituirsi parte civile nel processo. Secondo la delibera di giunta 591/2016, l’avvocato Alessandro Gamberini aveva preventivato una spesa lorda di 83.550 euro per il rito abbreviato di 27 imputati e altri 171.034 per il dibattimento di primo grado per 150 imputati, ossia 254.284 euro.

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