Bologna, racket delle pompe funebri. 27 arresti, ecco i nomi

I due cartelli si spartivano i servizi al Maggiore e al Sant'Orsola. A dipendenti Ausl compiacenti tra i 200 e i 350 euro a 'servizio'. Sequestrato patrimonio da 13 milioni. Ecco chi è coinvolto

Perquisizioni alle agenzie di pompe funebri (foto Schicchi)

Perquisizioni alle agenzie di pompe funebri (foto Schicchi)

Bologna, 17 gennaio 2019 - Monopolio del caro estinto di due aziende funebri, la R.i.p Service all'ospedale Maggiore e la C.i.f srl al Sant'Orsola. Lo ha smantellato una maxi operazione (VIDEO) 'Mondo Sepolto' dei carabinieri di Bologna: hanno smantellato due cartelli di imprese di pompe funebri che controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali cittadini, riuscendo ad avere il monopolio nell'aggiudicazione dei servizi funebri, anche grazie a addetti alla camera mortuaria compiacenti e adeguatamente ripagati. Sono 30 le misure cautelari (9 in carcere, 18 ai domiciliari e 3 divieti di esercizio di attività di impresa) 43 perquisizioni (video) in tutta l'Emilia Romagna e sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per 13 milioni di euro.

LE INTERCETTAZIONI CHOC: "Ho preso due anelli al morto" - I sequestri: 440mila euro in contanti, Rolex e gioielli

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I vertici

L'indagine è partita dalle dichiarazioni di due indagati e sono poi supportate da intercettazioni telefoniche, ambientali e video hanno permesso di scoprire il meccanismo. Ai vertici dell'organizzazione ci sarebbero - secondo le accuse - due imprenditori bolognesi: Giancarlo Armaroli, 66 anni e amministratore unico di R.i.p. Service e Massimo Benetti, 62 anni, presidente del cda di C.i.f.. Entrambi sono finiti in cella questa mattina all'alba. 

Giancarlo Armaroli è amministratore unico della 'Rip. Service', mentre Massimo Benetti ha una quantità impressionante di cariche nelle maggiori società di servizi cimiteriali: era presidente del cda del 'Consorzio Imprese Funebri' (Cif.) e della 'Roncato Srl' e, allo stesso tempo, dipendente della 'Golfieri Srl', consigliere dell''Antico Consorzio Funebre Bolognese', vice presidente del cda della 'Spv Bologna Spa' e ad della 'Bologna Servizi Cimiteriali Srl' (totalmente estranea all'inchiesta), una società partecipata del Comune di  Bologna (che detiene il 51% delle quote). I carabinieri hanno sequestrato (FOTO) anche la Franceschelli Srl, la Lelli srl e la Oreste Golfieri: i servizi restano però attivi grazie a un amministratore designato dal giudice.

Gli arrestati

Sempre secondo le indagini, Armaroli della Rip ha due bracci operativi, uno è stato arrestato, Giuliano Vecchiatti, 38 anni, e  l'altro, D.E. di 76 anni, è indagato. La rete di Benetti della Cif, invece, è molto più vasta: si parte da Patrizia Bertagni, 62 anni e responsabile della sistematica raccolta dei liquidi per tutte le agenzie affiliate assieme a Roberta Mazzucchelli di 40 anni, Graziano Muzzi, 62 anni e Maurizio Rossi, 68. Poi ci sono le persone delle ditte 'consorziate': Lorenzo Lelli, 55 anni, Gianluca Babina, 52, Carla Bugamelli, 49 anni, della agenzia Lelli; Marco Bertocchi, 58 anni, Andrea Ghini, 43, Nadia Mazzini, 66, e Stefano Iannelli, 49 anni, della Franceschelli; Gianluca Palloni, 42 anni, Alessandro Sarti, 56 anni, Marco Zambonelli, 66 anni, della Golfieri.

I dipendenti Ausl

Giuseppe Venturi, 56 anni e Giuseppe Parise, 61, figurano nell'inchiesta dei carabinieri a libro paga di Armaroli. Entrambi vengono indicati nelle carte come "incaricati di pubblico servizio e appartenenti all'Ausl di Bologna". Sono loro che indicano i nomi e le informazioni sulle persone decedute al sodalizio. Agli arresti anche altri dipendenti Ausl, accusati di fornire "uno stabile contributo nell'aggiudicazione dei servizi funbebri da parte del consorzio Cif": Daniele Bultrini, 63 anni, Paolo Montaguti, 60, Maria Campisi, 41, Francesco Ramoscelli, 45, e Raffaella Gianfrancesco, 61 anni. Questi sono i nomi degli arrestati, ma ce ne sono anche denunciati. Per tutti - fanno sapere Sant'Orsola e Ausl - sono già state avviate le pratiche per la sospensione.

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La spartizione

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna diretta dal procuratore capo Giuseppe Amato, hanno consentito di disarticolare una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e riciclaggio. I due cartelli, come accertato dagli investigatori, si spartivano i servizi nelle camere mortuarie. Lì infatti erano presenti in pianta stabile i rappresentanti delle due agenzie (cosa espressamente vietata dalla legge del 2009) che fungevano da anello di congiunzione tra i vertici - Armaroli e Benetti - e gli addetti alla camera mortuaria dell'Ausl, altro tassello fondamentale dell'associazione. 

200 euro a morto

Questi ultimi, infatti, avevano il delicato compito di avvicinare i parenti della persona appena deceduta nei due ospedali e presentare loro le agenzie, descrivendole come "le più economiche, efficienti e/o rapidamente reperibili o in grado di fornire prodotti eco-compatibili", spiegano i carabinieri. Il tutto, naturalmente, dietro lauto compenso in "contanti, per cifre variabili tra i 200 ed i 350 euro per ogni 'lavoro' fatto acquisire al gruppo". I dipendenti Ausl corrotti sono "una schiera rilevante".

Il 'nero'

Il trucco era semplice e molto consolidato. Per ogni funerale, le agenzie si facevano dare tra i 500 e i 900 euro in contanti, ossia in nero o con la tecnica del doppio assegno: uno intestato e l'altro in bianco. Convincevano i clienti facendo leva sulla possibilità di risparmio. Questi fondi servivano, almeno in parte, a finanziare questo giro di mazzette.

La Rip e la Cif, avevano creato cartelli con altre agenzie di pompe funebri con le quali si spartivano i funerali e gli ingenti proventi di questo meccanismo. L''associato' - riportano i carabinieri - della Rip di Armaroli, era la 'Armaroli Tarozzi srl'. Mentre La Cif di Benetti poteva contare, oltre che dei dipendenti, anche "di una nutrita schiera di sodali a vario titolo". Compaiono i nomi della Franceschelli srl, Lelli srl e Golfieri srl.

Tra il febbraio 2009 ed il maggio 2013 gli investigatori hanno accertato come i liquidi illecitamente realizzati dall'associazione sono stati depositati in un conto corrente aperto ad hoc  e sul quale sono state registrate 520 operazioni con movimentazioni in entrata ed uscita pari a 435mila euro.

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Lo spregio

Nelle pieghe dell'inchiesta finiscono, tracciati nelle intercettazioni, anche atti di spregio sui cadaveri. Un indagato dice: "Ho un filmato dove lui mette una buccia di banana in mano ad un morto...". Risposta: "Il morto, aspettando la barella... ha avuto fame!". In un'altra conversazione intercettata un'infermiera si definisce "la regina della camera mortuaria" e in un'altra ancora racconta al compagno dei beni presi a un defunto: "Amo'... ho trovato due anelli (...), l'ho messi già in borsa... però non so se è oro...".

"Sono stati registrati alcuni episodi che vanno contro il sentimento della pietà dei defunti. Alcune frasi ironiche e battute quasi prendevano in giro i cadaveri", spiega il colonello dei carabinieri, Pierluigi Solazzo.

Le aziende sanitarie

“Si tratta di fatti molto gravi e non tollerabili, soprattutto perché coinvolgono famiglie colpite da un evento luttuoso – è l'amaro commento delle Aziende Policlinico Sant'Orsola e Usl di Bologna -. Le Aziende stanno prestando la massima collaborazione con l’Autorità Giudiziaria e, sul fronte delle responsabilità personali, hanno già avviato le procedure per la sospensione degli operatori tecnici (non infermieri) coinvolti nell’inchiesta”.

 

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