Bologna, pestata dal bruto in via Goito. "Pensavo mi avrebbe ammazzata"

La donna aggredita dal rapinatore seriale col cappello di paglia: "Mi sono sentita sola, molti non mi hanno aiutato"

 Barbara Montanari, 56 anni, è titolare  di un bar a Pavullo

Barbara Montanari, 56 anni, è titolare di un bar a Pavullo

Bologna, 18 giugno 2018 - "Ho pensato che quell’uomo mi avrebbe ammazzata. Mi aveva sbattuto contro il muro e mi stringeva le mani al collo. Ho davvero creduto di morire, anche perché mi sono sentita sola, abbandonata. A parte una coppia di ragazzi, infatti, nessuno mi ha aiutata". È ancora sotto choc Barbara Montanari, 56 anni, titolare di un bar a Pavullo, aggredita giovedì in via Goito dall’ormai famigerato uomo con il cappello di paglia tuttora ricercato dalla polizia.

Partiamo dall’inizio...

"Ero venuta a Bologna per fare un giro e stavo passeggiando in via Goito, quando quell’uomo, sui 25-30 anni, dell’Est Europa, con un cappello di paglia, mi ha chiesto una sigaretta. Io ho detto che non l’avevo e lui mi ha insultata".

Poi?

"Gli ho detto di dire quelle cose a sua madre. Ripensandoci, forse non avrei dovuto rispondere, ma sono un po’ stanca di questi atteggiamenti sempre più diffusi. A quel punto lui è partito e mi ha dato un ceffone fortissimo. Così io mi sono rifugiata in un negozio".

E lì cosa è successo?

"Ecco, voglio raccontare come sono andate le cose perché non è vero che il commesso mi ha aiutata, come lui ha cercato di far credere sul giornale (il Carlino l’ha intervistato venerdì, ndr). Sono entrata e gli ho chiesto di chiamare la polizia, ma lui ha risposto ‘non capisco’. Poi, mentre l’aggressore mi riempiva di ceffoni, ho visto che il commesso andava a sedersi dietro al bancone. Non ha mosso un dito".

Nemmeno una parola?

"Nulla, tanto che sto valutando se denunciarlo per omissione di soccorso. Non dico che avrebbe dovuto intervenire, perché le avrebbe prese anche lui, ma almeno andare fuori e urlare".

Poi cosa è accaduto?

"L’aggressore mi ha sbattuto contro la vetrina e mi ha stretto le mani al collo. Diceva: ‘Ti ammazzo, ti ammazzo’. Ho pensato davvero che mi avrebbe uccisa".

Invece?

"Invece per fortuna sono passati un ragazzo e la sua fidanzata che hanno sentito tutto e così il ragazzo si è portato il telefonino all’orecchio. Il bruto ha capito che stava chiamando la polizia e si è precipitato fuori, lasciando la presa".

Ha aggredito anche loro?

"Sì, ha dato un pugno a lui e ha spintonato la ragazza. Poi finalmente è scappato perché ha capito che stava per arrivare la polizia".

A quel punto?

"Dopo, ma solo dopo, è arrivata tanta gente. Erano tutti eroi, mentre prima nessuno è intervenuto. Solo i due ragazzi. C’era altra gente in strada, ma sono stati tutti fermi. Io urlavo come una pazza, avrebbero almeno potuto gridare e chiedere aiuto per spaventare il bruto".

Bologna è stata indifferente?

"Bologna è una città che amo alla follia. Però stavolta mi sono sentita sola, abbandonata. Ho trovato una grande indifferenza. Credo che per un po’ non tornerò, sono ancora terrorizzata. E quando tornerò avrò un po’ paura. E dire che ho girato di notte a New York e Cape Town...".

Venerdì la polizia ha fermato, identificato e poi rilasciato un uomo col cappello di paglia. Ha visto la foto?

"Non ancora. La vedrò a breve dai carabinieri di Pavullo. E capirò se è lui oppure no. Ringrazio la polizia e i carabinieri per il loro lavoro".

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