Agriturismi, ripresa a pieno regime Va di moda la cena in vigna

Confagricoltura: "Prenotazioni da pre-Covid Problema per il caro-bollette e la carenza di personale"

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di Luca Orsi

Estate con presenze record negli agriturismi. Fra maggio e settembre, nelle 230 strutture aperte nel nostro territorio "c’è stata una ripresa a pieno regime, sia per ristorazione sia per pernottamenti", afferma Marco Casali, vicedirettore di Confagricoltura Bologna e responsabile del settore agriturismo.

Dopo lo choc degli scorsi due anni, quando fra lockdown, restrizioni e timori di contagio le prenotazioni erano crollate – e in certi periodi quasi azzerate – "quest’anno siamo tornati a una situazione pre-Covid".

Se il turismo è ripartito, "questo non vuole dire che il settore abbia guadagnato di più", avverte Casali. Le imprese, spiega, "stanno in piedi per i margini, non per i fatturati". Ma il caro-bollette e i rincari delle materie prime (le cui ricadute sui bilanci delle aziende non sono ancora concluse) hanno eroso non poco i margini.

Un "grave problema" – comune a tutto il settore dell’accoglienza e della ristorazione – è stata la difficoltà di reperimento della mano d’opera, "situazione non più sopportabile", commenta Casali.

Al punto che "alcuni agriturismi, anche nel pieno della stagione, si sono visti costretti a chiudere intere giornate perché senza pianta organica del personale".

Dopo il tempo sospeso di questi due anni flagellati dalla pandemia, "si è notata da parte dei clienti una differente modalità di approccio e fruizione alle nostre strutture".

È tramontata l’abitudine del classico pranzone fuoriporta, magari all’interno di fienili, stalle e rustici casali ristrutturati. "Oggi – spiega Casali – si preferiscono pasti più leggeri, meno impegnativi, ma con tempi di permanenza dilatati".

E c’è una richiesta sempre crescente di utilizzare spazi aperti, come campi e boschi. "C’è stato per esempio il boom delle cene in vigna, o negli uliveti, per chi ha le possibilità di farle", spiega il vicedirettore di Confagricoltura Bologna. "Sui nostri Colli è la moda del momento".

Sempre più spesso vengono richieste "esperienze immersive, nella natura". Se questa tendenza si consoliderà, "serviranno strutture diverse da quelle pensate finora". Il settore, afferma Casali, "si aspetta quindi che la Regione, che norma gli agriturismi, colga il profondo cambiamento della domanda rispetto al passato".

In pratica, si chiede "un aggiornamento" delle normative, che al momento fissano vincoli e paletti "non più compatibili con i tempi che cambiano. È necessario che l’offerta possa andare incontro alle richieste di una domanda completamente diversa da quella cui eravamo abituati".

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