Airbnb a Bologna, paletti sugli affitti brevi. Il Comune parte con una mappa

La vicesindaca Clancy: "Eccessiva turistificazione, modificato il tessuto economico e sociale del centro"

Da sinistra, il sindaco Matteo Lepore e Dario Nardella, primo cittadino di Firenze

Da sinistra, il sindaco Matteo Lepore e Dario Nardella, primo cittadino di Firenze

Bologna, 2 luglio 2022 - Da Parigi a Barcellona, da Lisbona a Venezia, sono sempre di più le città d’arte che varano regole per limitare il fenomeno degli affitti turistici brevi. Esploso grazie al boom di Airbnb e altre piattaforme digitali. Dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia, anche sotto le Due Torri il turismo è tornato con grandi numeri. Di fronte a questa "eccessiva turistificazione – afferma la vicesindaca Emily Clancy, con delega alla casa – è molto urgente una regolamentazione delle locazioni turistiche, come accade in molte città europee".

Bologna guarda dunque "con favore" alla battaglia di Firenze. Che si traduce in una raccolta di firme per arrivare a una proposta di legge di iniziativa popolare per la salvaguardia dei centri storici, lanciata da Dario Nardella, primo cittadino del capoluogo toscano. Il sindaco Matteo Lepore e il collega fiorentino ne hanno parlato giovedì scorso, prima di firmare il protocollo d’intesa fra le due Città metropolitane. Si è partiti dalla stretta operata dal Comune di Parigi, che per i proprietari di appartamenti ha limitato a un massimo di 120 giorni all’anno la possibilità di affittare la loro residenza principale. Nella capitale francese, inoltre, in caso di carenza di alloggi per la residenza stabile, il sindaco potrà fissare – nelle zone interessate – un tetto per il numero e la durata delle locazioni degli immobili ad affitto turistico.

Fra gli obiettivi della proposta di Nardella c’è proprio quello di regolare gli affitti turistici brevi. Dando ai sindaci gli strumenti per gestire il sistema dell’offerta di ospitalità turistica legata alle locazioni brevi. In un’ottica di salvaguardia delle zone storiche delle città e delle loro identità.

La diffusione delle locazioni brevi turistiche, afferma la Clancy, "ha portato alla conversione di moltissime abitazioni in attività ricettive, modificando il tessuto economico e sociale dei centri urbani". Con "un impatto dirompente" su città ad alta tensione abitativa, come Bologna.Anche a Bologna, l’esplosione di affitti brevi tramite Airbnb e altre piattaforme, spiega la Clancy, "ha ridotto la disponibilità di abitazioni per residenti", causando anche "un diffuso aumento dei canoni, senza che il Comune potesse intervenire efficacemente per ridurre gli effetti deleteri" del fenomeno sul mercato immobiliare. 

La vicesindaca risponde in aula a Detion Begaj, consigliere di Coalizione civica – forza politica di cui fa parte la stessa Clancy – da anni in prima linea nella richiesta di "azioni più stringenti" nei confronti delle grandi piattaforme di ospitalità on-line. "Stiamo valutando un’analisi della consistenza della offerta di locazioni brevi in questa fase di ripresa dei flussi turistici, così come avevamo fatto nel 2019", spiega la Clancy.

Mesi fa è stato composto un gruppo di lavoro composto da assessori e tecnici messo in campo proprio per evitare che il fenomeno sfugga del tutto di mano. Per gli enti locali, avverte la vicesindaca, "è necessario conoscere lo stato dell’arte circa la diffusione delle strutture turistiche e delle locazioni brevi".

I flussi turistici di questo periodo post-pandemico "sono consistenti, la città è nuovamente meta di turisti e visitatori. Dopo l’estate sicuramente potremo avere un quadro più completo, ma sicuramente il tema è tornato a essere una priorità". Begaj accoglie con favore le parole della Clancy. "Credo – afferma – che la direzione sia quella giusta, non possiamo perdere tempo. Il lavoro che si sta facendo, anche di analisi, è importantissimo per poi mettere in campo le azioni giuste".

Della necessità "di una legge, almeno a livello nazionale, se non europeo", parlava Lepore già nel 2018, con la casacca di assessore al turismo. Nardella ha annunciato la partenza della raccolta firme subito dopo l’estate, a settembre. Per presentare il disegno di legge in Parlamento ne servono 50mila. Nel nostro Paese, i tentativi di regolare la diffusione degli affitti a breve termine fatti due anni fa – con l’emendamento al decreto Agosto inserito dalla Commissione Bilancio del Senato – sono rimasti sulla carta. Manca quindi una legge nazionale che regolamenti il fenomeno.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro