"Aiutai la mia ex a uscire da Villa Inferno"

La rabbia dell’immobiliarista indagato: "Nessun depistaggio dell’inchiesta, feci di tutto per salvarla da quel giro". Mercoledì sarà in Procura

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di Nicola Bianchi

Basta fare il "sacco da botte" solo perché si è preferito "il silenzio mediatico al clamore di qualche parola inutile". Stop alla "gogna mediatica che mi sta aggrovigliando". Esce allo scoperto P.R., 42 anni agente immobiliare ed ex della minorenne coinvolta nei festini di Villa Inferno, accusato (con altri sette a vario titolo) di averla indotta alla prostituzione in cambio di denaro e cocaina e divulgato sue immagini pornografiche. Mercoledì pomeriggio, con gli avvocati Giulia Bellipario e Giorgio Bacchelli, sarà dal pm Stefano Dambruoso per essere interrogato, dopo aver già risposto alle domande del gip Letizio Magliaro giovedì scorso. "Non rivelare la nostra linea difensiva ai media – così l’avvocato Bellipario –, non significa non contestare quello che ci viene addebitato. Vuol dire avere pieno rispetto e fiducia negli organi competenti e difendersi, nel nostro caso anche collaborando attivamente, prima davanti a loro. Ma P.R. non può diventare il sacco delle botte solo perché preferisce un insondabile silenzio mediatico".

Svincolato da Villa Inferno, come ha confermato la stessa minorenne ("mai stato con lui a Pianoro"), l’immobiliarista rimanda al mittente il fatto di aver tentato di sviare l’indagine, una volta appreso del fascicolo da una fonte vicino alla Procura. Per la quale vi sarebbe stato, da parte sua, il pericolo di inquinamento probatorio e per questo andava arrestato (il gip ha concesso solo l’obbligo di firma). Un’accusa che "non ci è mai stata contestata", precisa il legale che sottolinea: "Dopo aver scoperto che la sua fidanzata aveva altre frequentazioni, ha fatto tutto per dissuaderla, spaventandola e mettendola in guardia in ogni modo, arrivando persino a millantare di essere a conoscenza di un procedimento penale per quei fatti".

Tutto per aiutarla, sapendo delle denunce della madre della ragazzina che spesso non tornava a casa, frequentava "brutta gente" e pericolosi festini a Villa Inferno e in altre case del centro città. "Ti prego... ti scongiuro – così lui il 2 marzo in uno scambio di messaggi –, alle 22.30 vai a casa da tua madre baby. Chiamerà i carabinieri un’altra volta e sarà un vero casino. Non puoi immaginare cosa accadrà, non saranno bei momenti. Possono darti ai servizi sociali e se ti mettono in comunità fino ai 18 anni non potrò fare nulla". E ancora: "Se hai bisogno di aiuto, qualunque tipo, chiamami. Questa è casa tua. E io sono tuo. Quindi quando avrai finito... torna dalla tua famiglia. Cioè io". Infine l’ultimatum: "Questa volta, se fai il tuo solito, davvero tra me e te finirà".

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