Al Rizzoli i feriti ucraini. C’è anche un bambino

Ha cinque anni, colpito nel bombardamento della stazione di Kramatorsk. Ricoverato un altro ragazzo vittima di un ordigno esploso a Mariupol

Bologna, 1 maggio 2022 - Sono arrivati quando stava per calare la sera e hanno emozionato i sanitari presenti sul piazzale del Rizzoli (video). Tre feriti della guerra in Ucraina, un bambino di 5 anni, la sua giovane mamma, e un ragazzo di 28 anni, provenienti dall’aeroporto su mezzi di soccorso, sono stati trasportati sulle barelle e fatti entrare velocemente nell’Istituto ortopedico. "Due ambulanze della Croce Rossa e una militare hanno atteso sulla pista il volo di Stato proveniente dalla Polonia e coordinato dalla Protezione civile – spiega Francesco Soncini, medico della direzione sanitaria –, poi il personale ha preso in carico i feriti per accompagnarli da noi. L’arrivo di venerdì, alle 20,30, con i lampeggianti dei mezzi accesi, nel silenzio, ci ha emozionato. Erano tutti stanchi per il lungo viaggio e quando il bambino e la mamma sono entrati nella loro camera, per prima cosa hanno chiamato il padre del piccolo, rimasto in Ucraina, dicendo che era andato tutto bene. Una telefonata che mi ha colpito". Il bambino sarà operato nei prossimi giorni da Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica I.

L’arrivo al Rizzoli di uno dei cittadini ucraini feriti durante il conflitto
L’arrivo al Rizzoli di uno dei cittadini ucraini feriti durante il conflitto

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"È la vittima più piccola finora arrivata al Rizzoli – sottolinea il professore che ripercorre la storia del piccolo paziente –. Rimasto ferito durante il bombardamento della stazione di Kramatorsk, è stato raggiunto dalla scheggia di una bomba che gli ha colpito la coscia e fratturato il femore. Soccorso nell’ospedale locale, non operativo a causa del bombardamento, con un viaggio di fortuna ha raggiunto Dnipro dove ha ricevuto le prime cure. È previsto un primo intervento per stabilizzare la frattura e poi un’operazione di chirurgia plastica per la copertura completa della cute. La guarigione di una lesione tanto grave richiederà comunque più di un intervento per rendere funzionali anca e ginocchio". Il ventottenne, accompagnato dalla madre, operata in Ucraina per una ferita, è stato colpito dall’onda d’urto di un’esplosione a Mariupol: sarà seguito da Marco Innocenti, direttore dell’Ortoplastica, e da Francesco Traina, direttore della Chirurgia protesica e dei reimpianti d’anca e di ginocchio.

"Ha una frattura al femore, vicino all’anca – osserva Innocenti – e che ora richiede una ricostruzione complessa con l’intervento dell’ortopedico e per la ricostruzione delle parti circostanti anche dell’ortoplastica. In sala operatoria agiremo quindi in modo congiunto". Innocenti guarda al futuro: "Ci piacerebbe che il Rizzoli potesse diventare un centro hub per questi pazienti, servirebbe un percorso definito con un protocollo di trasferimento codificato". Idea condivisa con Anselmo Campagna, il direttore generale dello Ior: "Noi siamo a disposizione, lo abbiamo già fatto con la traumatologia durante il Covid, proseguiamo ora con l’assistenza ai feriti di guerra. Cercheremo di valutare se, attraverso la Regione, questa attività possa diventare un percorso strutturato".

 

 

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