"Al Sant’Orsola riduzione di 350 posti letto"

Operazione sicurezza. Il direttore sanitario Lavazza: "Piano di graduale restituzione". Al Maggiore check point anche su un camper

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Il Sant’Orsola sacrificherà 350 posti letto, sugli attuali 1.382, nel nome della sicurezza. La riprogrammazione delle attività dovuta al Coronavirus impone di ripartire nella fase 2 con nuove regole e anche la direzione del Policlinico, come le altre Aziende sanitarie, sta per presentare un piano alla Regione.

"Stiamo lavorando per incrementare le attività chirurgiche e l’attività ambulatoriale in tutta sicurezza e garantire ai cittadini il massimo della nostra professionalità con una prospettiva rivolta al futuro. Questa riprogrammazione – spiega il direttore sanitario Luca Lavazza – si innesta infatti su una revisione del nostro ’piano direttore’, ossia il piano strategico pluriennale dell’ammodernamento edilizio e tecnologico, che prevedeva già una ristrutturazione del Policlinico".

Nel mirino dei vertici, da tempo, anche la riduzione del numero dei letti nelle camere, soprattutto nell’area Malpighi, in base a standard più moderni. Adesso, l’emergenza porterà a un’accelerazione "dei cantieri previsti e a migliorare ancora di più i nostri standard assistenziali per poter disporre di settori di degenza dove poter garantire il distanziamento dei pazienti, migliori servizi di supporto e sicurezza delle cure. Stimiamo che questo porterà nell’immediato a una riduzione di circa 350 posti letto – precisa Lavazza – tramite un piano integrato che ne permetterà la graduale restituzione in funzione delle ristrutturazioni completate".

Confrontiamo i letti dedicati ai malati Covid nella fase di massima espansione dell’infezione, a metà aprile, con la situazione attuale. In totale da 433 sono scesi a 206. Vediamoli nel dettaglio: terapia intensiva, da 78 a 35, sub intensiva, da 37 a 13, degenza ordinaria da235 a 78, Covid post acuti, da 40 a 20, sospetti Covid da 43 a 60. Nel fine settimana del 7 – 8 marzo sono iniziati i primi spostamenti e conversione dei reparti per dare supporto alle Malattie infettive, allora l’unico padiglione che gestiva sia i malati sia sospetti. "Il periodo più complesso dal punto di vista organizzativo è stato quello tra il 13 e il 22 marzo. In 10 giorni – aggiunge Lavazza – con una disponibilità e dedizione ammirevole di tutti i nostri professionisti, abbiamo riconvertito da attività ordinaria ad attività Covid ben 169 posti letto di degenza ordinaria". Passiamo agli ospedali dell’Azienda Usl, con il confronto dalla situazione del 30 aprile a quella attuale. Letti di terapia intensiva e sub intensiva: Bellaria, da 52 a 7, Maggiore, da 27 a 9, Bentivoglio da 26 a 12. Letti di degenza: Maggiore, da 158 a 68, Bellaria, da 145 a 52, Bentivoglio, da 48 a 21, Budrio, da 14 a 6, San Giovanni in Persiceto, stabile a 93, Vergato, da 35 a 33. Al Maggiore sono tornati alla loro attività i reparti di terapia semi intensiva e Medicina B, al Bellaria Neurochirurgia, Pneumologia e Otorino.

Partita anche l’attività dei check point: al Maggiore chi deve entrare in ospedale per una visita o un esame trova un camper dove gli addetti, tra le altre cose, misurano la temperatura, e anche altre postazioni con una divisione in plexiglass. Al Sant’Orsola ieri sono stati allestite le prime postazioni davanti ai padiglioni 2, 5, 13 e 23.

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