Alberto Bucci, camera ardente. Migliaia in fila per l'addio al signore del basket

Gente comune e vip arrivati a Palazzo d’Accursio per dire grazie per l’ultima volta al coach, il presidente, ma soprattutto l’amico della porta accanto

Camera ardente per Alberto Bucci

Camera ardente per Alberto Bucci

Bologna, 12 marzo 2019 - Una fila interminabile (FOTO), silenziosa, paziente, commossa. Dalle 9 alle 13 nella Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio sfilano migliaia di persone. Tutte lì per dire grazie, per salutare, per l’ultima volta, Alberto Bucci, il coach, il presidente, ma soprattutto l’amico della porta accanto. Tanta commozione in Comune con allenatori che arrivano all’alba, come Alessandro Ramagli, fino allo scorso anno alla Virtus, l’uomo che aveva condiviso con Alberto l’ultima magica notte bianconera, quella del giugno 2017, a Trieste, con la promozione della V nera in serie A.

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Alfredo Cazzola, il suo presidente degli scudetti del 1994 e 1995 è tra i primi ad arrivare. Appoggia la mano destra sulla bara di Alberto: resta raccolto, in silenzio. Resta nella Sala Tassinari per un paio d’ore, fino all’arrivo della squadra. Parlano in rapida successione il presidente della Fondazione Virtus Daniele Fornarciari (“ci hai insegnato che quando si dà il massimo non si perde mai, per questo, caro Alberto, non ti perderemo mai perché ti porteremo dentro di noi”) e l’assessore allo Sport Matteo Lepore. E’ un pellegrinaggio commosso: la bara è chiusa, ma nella Sala si è accolti dal volto sorridente di Alberto che, nel 2015, a Roma, entrò nella Hall of Fame dei canestri. Sulla destra del feretro c’è una foto in cui c’è tutto il “nostro” Bucci: la giacca dai colori sgargianti, la mimica e la gestualità accese.

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Ci sono le lacrime. La moglie Rossella e le tre figlie sono sul lato sinistro. Uno dei momenti più toccanti verso mezzogiorno, dopo il passaggio della Fortitudo - in testa il presidente Pavani, ma anche capitan Mancinelli - con l’arrivo dei tifosi della Virtus. Hanno lo striscione esposto domenica a Desio, quello con le parole di Caro Amico ti scrivo di Lucio Dalla. Le figlie non riescono a trattenere la commozione. Ci sono le istituzioni di oggi, come il sindaco Virginio Merola e di ieri, come l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, con il figlio Giorgio, che ha parole molto affettuose: “E’ un altro pezzo di Bologna, importante, che non c’è più”.

Ci sono il presidente della Fip Gianni Petrucci accompagnato dal numero uno del comitato emiliano romagnolo della federbasket Stefano Tedeschi. C’è il suo predecessore Giancarlo Galimberti. Ci sono i ragazzi della Stella: Renato Villalta, Marco Bonamico, Matteo Lanza, Augusto Binelli. Ci sono gli allenatore amici o che ha formato, non solo Alessandro Ramagli, ma anche Walter De Raffaele, il ct della Nazionale Meo Sacchetti, Gianni Zappi, Pino Sacripanti, Mauro Di Vincenzo, Marco Calamai.

Ci sono i ragazzi dei due scudetti, Paolino Moretti, Flavio Carera e Alessandro Abbio. Ci sono i ragazzi che un tempo erano nelle giovanili, Maurizio Ragazzi, Luca Ansaloni, Giovanni Setti. I “vecchi” Achille Canna, Loris Benelli, Tojo Ferracini, Gigi Serafini, Virginio Bernardi, Andrea Tattini. C’è tutto il Bologna 2016, la squadra che gioca nel campionato di C Gold. In rappresentanza del Bologna Fc ci sono l’amministratore delegato Claudio Fenucci e il responsabile della comunicazione Carlo Caliceti.

Ci sono Claudio Pilutti e Davide Lamma, Stefano Quadrelli, Gianni Nanni, Fabrizio Pungetti. Il presidente della Lega Basket Egidio Bianchi e il suo collega della Lega Nazionale Pallacanestro Pietro Basciano. E ancora Stefano Dall’Ara, Claudio Albertini, Giorgio Comaschi, Roberto Mugavero (l’editore del volume che Alberto scrisse qualche anno fa), Zambonelli, Marino Bartoletti, Giorgio Devetag, Giulio Griccioli, Pino Sacripanti e Josè Luis Galilea. Arriva l’ex rettore e grande appassionato di canestri Ivano Dionigi.

C’è il mondo Uisp con Umberto Molinari e quello del Csi con Andrea De David. Dalla curia arriva don Massimo Vacchetti. Ci sono anche Loredano Vecchi, l’ex patron bianconero Claudio Sabatini e il guru della pallavolo, oggi a Modena, Julio Velasco. Ci sono i dirigenti della Sg Fortidudo, dal presidente Andrea Vicino al suo vice Arrigo Borgatti. Ci sono Giorgio Bonaga e ancora lo speaker della Fortitudo Walter Bussolari.

Non manca Gigi Terrieri, per anni voce della Virtus prima al PalaDozza e poi al PalaMalaguti. Ci sono il manager di Lucio Dalla, Tobia Righi e il maestro Fio Zanotti. Arrivano anche Gianluca Pagliuca e Andrea Mingardi. Sono tutti lì per un pensiero per Alberto. Ci sono del mondo Segafredo Massimo Zanetti e Luca Baraldi. C’è il Massimo Zanetti che fu segretario di Lega, come Sandro Crovetti. Sempre della Lega Basket ci sono Maurizio Bezzecchi e Loretta Lanzoni. E ancora Paolo Foschini, Niccolò Rocco di Torrepadula, Valeriano D’Orta. C’è Laura, che sarebbe la signora Messina, ovvero la moglie di Ettore, le cui strade si sono intrecciate spesso con quelle di Alberto. Messina lavora a San Antonio, come vice di Gregg Popovich, la moglie Laura era a Bologna e ha voluto esserci per salutare Alberto. Ci sono anche ex arbitri, tanta gente comune, allenatori dei cosiddetti campionati minori che non vogliono rinunciare all’ultimo saluto.

Non manca l’ex presidente del Coni di Bologna, Renato Rizzoli. Ma la lista è davvero lunga e interminabile riassumibile in un concetto pronunciato da molti, forse da tutti.  Ci sono anche Paolo Francia ex presidente Virtus, Dino Costa della Com tec, Toto Bulgheroni ex dirigente di Varese ed Emma Andalò. “Perché siamo qui? Avete mai sentito nessuno parlar male di Alberto Bucci?”

Vero, verissimo. Alberto poteva arrabbiarsi e in campo, come ha ricordato Cazzola, era un leone, capace di gettare in aria la giacca o rompere una lavagnetta. Ma Alberto sapeva il significato della parola amicizia. Più che i risultati, Alberto, pensava ai rapporti. Li ha tenuti talmente bene che questa mattina, è il caso di dirlo, tutta Bologna lo ha voluto salutare.

 

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