Green pass in azienda, il presidente di Ima: "Pago tamponi ai dipendenti solo per un mese"

Alberto Vacchi lo farà in attesa che i non vaccinati si regolarizzino. Sottolinea il forte disagio sociale e la necessità che non venga strumentalizzato: "Favorevole al Green pass"

Alberto Vacchi è presidente e ad di Ima, leader nella produzione di macchine automatiche

Alberto Vacchi è presidente e ad di Ima, leader nella produzione di macchine automatiche

Bologna, 12 ottobre 2021 - Alberto Vacchi è il presidente e amministratore delegato di Ima e la sua azienda è tra quelle che pagheranno i tamponi ai dipendenti che ne necessitano per avere il Green pass.

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Perché? "Ima da sempre considera la qualità delle relazioni un requisito essenziale per essere competitivi, che ci consente di vivere in un clima di rispetto delle persone. Nel momento più duro della pandemia abbiamo avuto tre motori delle scelte: il primo è il rispetto delle norme, il secondo è la scelta prioritaria di un ambiente di lavoro sicuro e il terzo è la continua concertazione sulle scelte con i rappresentanti sindacali. Abbiamo siglato accordi frutto di una contrattazione in cui ognuno ha usato il buonsenso. Poi c’è il decreto che impone il Green pass, da noi condiviso, e accettato anche dai nostri lavoratori - vaccinati a larga maggioranza - che però ha creato livelli di conflittualità crescenti con grandi strumentalizzazioni di varia natura. La nostra posizione è chiara: non si deroga dal decreto e non vogliamo creare spaccature ed emarginati. L’obiettivo è convincere tutti che il vaccino è uno strumento potente e necessario". Che modalità verranno utilizzate per consentire la gratuità dei tamponi? "Sulla gratuità dei tamponi per i non vaccinati si è speculato senza sapere di cosa si parla. Nel nostro accordo, proprio per non creare guerre intestine con danni economici e sociali per i lavoratori, abbiamo previsto un mese in cui rimborseremo ai lavoratori i costi dei tamponi: vogliamo dare un margine di ripensamento agli incerti e dare il tempo, a chi ha oggettive giustificazioni sanitarie, di ottenere i certificati di esenzione. Qualcuno sui media ha parlato delle nostre aziende come alleate del virus per questo tipo di scelta. Nel caso di Ima mi preme ricordare a questi personaggi televisivi che il contributo più dignitoso contro la pandemia l’Italia lo ha dato con la manifattura ad alta tecnologia, che ha prodotto macchine per il confezionamento delle mascherine, dei vaccini e dei farmaci. Speculare sul fatto che si consente la gratuità del tampone trascurando che ciò viene previsto solo per un mese penso sia strumentale e non corrispondente al vero. Quando si dice che questa modalità consente, per il profitto delle aziende, di dare un assist al virus si dice una grande falsità e non mi sento di accettare questo tipo di accusa". Qualche governatore ha espr esso preoccupazione per la difficoltà del sistema a reggere a un boom di tamponi. "Non conosco la situazione delle singole regioni. Potrebbero esserci difficoltà per l’eccesso di domanda, ma penso che la commissione dei tecnici che assiste il governo abbia valutato questo aspetto". I sindacati temono che le realtà più piccole non possano pagare i tamponi né rinunciare ai dipendenti. Vanno pensate forme di sostegno? "Credo che salvo moratorie i tamponi non possano essere pagati dai datori di lavoro o si disincentiverebbe la vaccinazione. Anche a difesa delle nostre piccole aziende penso che la perdita di personale e la conflittualità siano da evitare. Per 15 giorni/un mese anche per le piccole imprese si potrebbe pensare a forme di supporto da parte dell’autorità sanitaria locale, ma nel medio periodo non può esserci la gratuità di tamponi". Valter Caiumi (presidente Confindustria Emilia, ndr) ha auspicato l’introduzione dei tamponi fai da te e una moratoria di 15 giorni sull’obbligo. "È una formula intelligente. Penso che sia uno spazio che si può trovare, basta la volontà politica". Cosa pensa della manifestazione No Green pass di sabato, con l’assalto alla sede della Cgil? "Ciò che pensa la maggior parte delle persone: abbiamo bisogno di sicurezza e di non avere violenza nelle strade, da qualsiasi parte venga. Non è accettabile ciò a cui abbiamo assistito sabato". Il clima nel Paese la preoccupa? "C’è un disagio forte e molte volte viene strumentalizzato da varie parti. Bisogna stare attenti a questa situazione. Ed è la ragione per cui, senza contrastare questo provvedimento, perché per me il Green pass è sacrosanto, moratorie temporanee possono ovviare a questo tipo di problema". I sindacati proponevano il vaccino obbligatorio. "Il vaccino obbligatorio non c’è in nessuna parte del mondo. Può semplificare la cosa, ma può non essere semplice farlo. Cercheremo in tutti i modi di convincere le persone che la vaccinazione è lo strumento corretto". Non teme che nelle piccolissime imprese ci sia chi si trovi senza figure chiave? "Ci saranno degli irriducibili, però c’è una grandissima fetta di persone che ha paura. E quelle si possono convincere".  

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