Alberto Vacchi "Ora una grande stagione di opere e infrastrutture Servono cantieri subito"

Il presidente e ad di Ima: "Si vada avanti su Tram e Passante. Il nuovo governo pensi alle imprese e alla povertà delle famiglie". Lepore? "Presto per giudicare. Punti su periferie e decoro urbano"

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di Rosalba Carbutti

"È necessaria una grande stagione di infrastrutture e opere pubbliche". Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di Ima, leader mondiale del packaging, è convinto: "Non possiamo permetterci ritardi". Lei era stato critico sulla caduta di Draghi, oggi c’è un governo di centrodestra. Teme per infrastrutture e Pnrr?

"Resto critico sulla caduta dell’esecutivo Draghi, per ragioni di opportunità nello scenario internazionale, ma visti i fatti, è stata data voce agli elettori che hanno fornito una risposta chiara. Speriamo che il governo faccia il meglio per il Paese e sono certo che sulle grandi opere manterrà gli impegni. Il Tram è un investimento importante e si sta andando nella direzione voluta. Il Passante è decenni che se ne parla, i cantieri devono partire il prima possibile. Non si tratta del nodo di Bologna, ma di un nodo per il Paese. Senza quest’opera emergeranno grandi problemi. Per il Pnrr, credo che il percorso sia segnato da precise ‘contrattualità’ con l’Ue: l’Italia le rispetterà".

Confindustria Emilia è abbastanza ottimista sulla salute delle imprese emiliane. Siamo ancora un’isola felice?

"La nostra realtà territoriale è tra le migliori per fare impresa in Italia, soprattutto nei settori in cui vantiamo una tradizione manifatturiera solida e una vocazione alle esportazioni. Siamo, però, in un Paese pieno di fragilità, a partire dal debito pubblico e dalle politiche centrali caratterizzate dalla eccessiva ricerca del consenso, con ricorrenti conflitti tra gli attori della politica. Nessuna isola può essere realmente felice, con una garanzia di stabilità, se non sarà risanato il sistema Italia".

Molte imprese lamentano la difficoltà a reperire manodopera. Vale anche per voi?

"Questo è un grande punto di debolezza della manifattura emiliana. Noi abbiamo 6.200 addetti, ne assumiamo circa 300 all’anno, ma è sempre un percorso in salita. Ci lavori la politica, l’università, la scuola: noi daremo il nostro contributo".

Tra i fronti ’caldi’ c’è il caro bollette...

"Il tema dei costi energetici, frutto di speculazioni e della guerra, sta condizionando la vita di molte imprese e di tutte le famiglie. Anche aziende non energivore risentono del fenomeno, dato che incide in alcune fasi della filiera, e il processo inflattivo innescato ha effetti su tutti. Certo, per molte realtà piccole e grandi si tratta di una questione di vita o di morte. Occuparsi delle imprese a rischio e delle famiglie spero saranno tra le priorità del nuovo governo".

Primo anno di Matteo Lepore. Più luci o più ombre?

"Ho sempre guardato la politica senza far parte di tifoserie: giudico i fatti da cittadino e imprenditore. Credo, comunque, che sia troppo presto per dare un giudizio sul sindaco. Negli anni la nostra città ha accumulato ritardi, soprattutto in termini di infrastrutture, i processi decisionali si sono rallentati. Ma restiamo un territorio privilegiato grazie a gente laboriosa che ci vive".

Quali consigli dà a Lepore?

"Non amo dare consigli, ma nel caso di Lepore, dato che lo conosco, posso ribadire che condivido che si debba partire dalle periferie, creare servizi per i più disagiati, per la povertà che non è certo debellata, anche se viviamo in una città con un tasso di occupazione accettabile. Poi c’è il tema del decoro urbano e del rispetto delle regole: il sindaco abbia il coraggio di fare scelte impopolari".

Tra gli asset della città c’è il Marconi. Serve un rilancio?

"Tutto ciò che può migliorare l’efficienza si faccia. Confido che la società che gestisce l’aeroporto e l’amministrazione vadano nella stessa direzione".

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