
Due maxi quadri, lontani nel tempo e nell’ispirazione, dialogano tra loro suscitando legami inaspettati.
A unire i due grandi quadri è "la resistenza in nome della vita", spiega la critica d’arte Silvia Evangelisti. Da un lato della sala, ’La festa araba’ di Aldo Mondino; dall’altro, ’Il Grande sacrificio’ di Lorenzo Puglisi. Due opere monumentali, entrambe lunghe oltre sei metri, realizzate in epoche diverse (1985 e 2025), ma legate da un racconto comune.
In occasione degli 80 anni dalla Liberazione, la suggestiva cornice seicentesca dell’Istituto Parri ospita, all’interno di Art City, la mostra ’Aldo Mondino - Lorenzo Puglisi. La Resistenza’. Curata da Barbara Vincenzi, l’esposizione inaugura domani alle 18,30, e resterà visitabile fino al 16 febbraio.
"Resistenza significa liberazione dall’oppressore storico della Seconda guerra mondiale, ma anche lotta contro la natura umana, spesso dominata da istinti di sopraffazione. È anche resistenza dell’artista, che spesso viene respinto da critici, pubblico, mercato. Aldo Mondino ne è un esempio: ha resistito per oltre dieci anni a Parigi, senza un soldo, continuando a dipingere le sue figure mentre tutti seguivano l’astratto e l’informale. Anche io, nel mio piccolo, per oltre 15 anni non ho potuto esporre né vendere perché il mio lavoro veniva bocciato. Oggi le cose sono cambiate e il mio percorso viene compreso". racconta Lorenzo Puglisi.
Ecco dunque che la convivialità, le danze e i dervisci rotanti de ’La festa araba’ di Mondino, celebre opera esposta alla Biennale di Venezia nel 1993, dialogano in modo inaspettato con i volti, le mani, il bianco, il nero e il rosso dei dipinti di Puglisi. Un incontro tra linguaggi ed epoche diverse che trova il suo spazio nella suggestiva Sala Berti dell’Istituto Parri, da sempre fulcro dell’azionismo e della Resistenza cittadina.
"Il senso di Art City è proprio questo: portare alla luce luoghi carichi di storia e valore artistico, spesso poco noti" conclude Lorenzo Balbi, direttore di Art City.
Alice Pavarotti