Alessandra Matteuzzi, i funerali. Lepore: "Troppo lenta la risposta delle istituzioni"

Le esequie della 56enne uccisa a martellate sotto casa dall'ex compagno, a centinaia in Certosa. Il dolore della famiglia: "Sarai luce nei momenti bui"

Bologna, 30 agosto 2022 - Commozione, abbracci e lacrime. L’obitorio della Certosa fatica a contenere l’amore che c’era intorno ad  Alessandra Matteuzzi. Il volto del dolore è quello di Stefania, la sorella di Sandra, arrivata assieme al compagno e protetta dall’abbraccio di tutti gli amici, arrivati per quest’ultimo, pietoso saluto, alla donna uccisa dall’ex in via dell’Arcoveggio martedì della scorsa settimana. La donna, si è raccolta in preghiera con Padre Gerardo, il diacono di San Luca.

A destra, Alessandra Matteuzzi. A sinistra, il dolore della sorella
A destra, Alessandra Matteuzzi. A sinistra, il dolore della sorella

La bara della 56enne uccisa è di legno chiaro, corone di fiori bianchi e rosa. Sopra, in una cornice argento, una foto di Sandra abbracciata alla sua cagnolina Venny. "Il tuo ricordo resterà per sempre nei nostri cuori, più forte di qualsiasi abbraccio, più forte di qualsiasi parola. Sarai la luce nei momenti bui...continua a brillare anche da lassù", è la frase che le hanno dedicato la famiglia e i suoi amici.

Lepore: "Istituzioni troppo lente"

Il sindaco Matteo Lepore ha invitato "quanti più uomini possibile" alla fiaccolata prevista per domani sera alle 21. Secondo il primo cittadino, la risposta delle istituzioni poteva essere più celere: "Dobbiamo rispondere a questo ennesimo atto di violenza con l'impegno di chi vuole che le leggi vengano applicate. Questa donna, come altre, prima di denunciare ha segnalato cosa le stava accadendo - prosegue Lepore -, ma è passato troppo tempo prima che le istituzioni si muovessero. Ciò accade ogni giorno, e i segnali di violenza sulle donne sono sempre gli stessi: questo ci dice che il Paese non le sta difendendo come dovrebbe" .

Lo zio: "E' tempo che qualcosa si muova"

E' lo zio di Sandra a rompere il silenzio per primo: "Qualcosa bisognerà fare dopo quanto accaduto - ha detto -, se c'è un provvedimento fermo alla Camera o al Senato è il caso di prenderlo fuori immediatamente. Questo per tutte le donne che un domani possano essere in condizione di affrontare un problema molto serio: quello del rapporto uomo-donna, della possessione".

Quanto al rapporto ossessivo dell'ex compagno, Giovanni Padovani, nei confronti della donna, il signor Matteuzzi spiega: "Non ne ero del tutto a conoscenza, ma Stefania me l'aveva accennato. Io però forse non ero in condizioni di dare l'aiuto che sarebbe stato necessario se fossi stato capace di capire che si intraprendeva una cosa del genere". Di fronte a questa situazione, insiste lo zio, "l'atteggiamento da parte mia poteva essere quello di intervenire, però c'erano tanti soggetti che potevano e dovevano intervenire".

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Una foto di Alessandra con la cagnolina Venny
Una foto di Alessandra con la cagnolina Venny

Ci sono anche il nipote di Sandra e l’imprenditore della moda per cui lavorava, Alessandro Squarzi, oltre a tante colleghe e amiche. Non hanno fatto mancare la loro presenza nemmeno il sindaco, Matteo Lepore; e la vicesindaca Emily Clancy, oltre a Marco Lombardo, la segretaria Pd Federica Mazzoni, il deputato Gianni Tonelli, Emma Petitti, Davide Di Benedetto, Marta Evangelisti, Marilena Pillati e Simona Lembi.

Il diacono di San Luca: "E' tempo di proteggere le donne"

"Queste cosa non devono succedere - ha detto, fermato dai cronisti, Padre Gerardo, diacono di San Luca -, ci appelliamo alle istituzioni perché si faccia di più, partendo prima dagli uomini. Lui (si riferisce all'assassino, ndr), dovrebbe iniziare a conoscere il Dio della misericordia e della vita".

L'ex la chiamava anche venti volte al giorno

 Alessandra era stata privata già un anno fa della sua vita da Giovanni Padovani. L’uomo che poi gliel’ha tolta definitivamente a martellate, calci e pugni una settimana fa, in un agguato sotto casa di lei in via dell’Arcoveggio. I segnali dell’ossessione e della paranoia smodata del killer erano già evidenti all’inizio della relazione con la povera Alessandra Matteuzzi. Una storia iniziata sui social, a luglio 2021, e consumatasi, nel primo mese, con sporadici incontri.

Gli amici: "Ovunque tu sia continua a splendere"

Malgrado questo, già alla fine di agosto 2021 Padovani aveva mostrato la sua faccia. Raccontava la vittima, nella denuncia sporta ai carabinieri il 29 luglio scorso, che "la sera di domenica 29 agosto 2021 gli dicevo che sarei voluta andare a dormire presto perché molto stanca e dopo averlo salutato silenziavo la suoneria del telefono che comunque lasciavo acceso. Il mattino seguente trovavo sul mio cellulare ventidue chiamate senza risposta tutte provenienti da lui e su Whatsapp un suo video in cui riprendeva il portico del condominio dove abito, inquadrando anche una panchina adiacente e un gatto che girovaga sempre nel condominio".

Per la prima volta in quella circostanza, a un mese dall’inizio della loro relazione, Alessandra aveva avuto paura. "Mi sono subito inquietata", si legge nel verbale redatto dai carabinieri. Lui sul momento si era giustificato dicendo che avrebbe voluto farle una sorpresa, "invece qualche tempo dopo mi confessò che era venuto per controllarmi, non credendo che fossi a letto".

Era l’anticamera di una tragedia annunciata, ma Sandra, innamorata di Padovani, in quel momento forse non era stata in grado di capirlo. Lui si approfittava di questo amore. Non solo per tenere ‘prigioniera’ Alessandra. Ma anche per approfittarsi di lei. Che pagava sempre gli alberghi dove si vedevano, che gli regalava abiti firmati. Una condizione di privilegio che lui non voleva perdere, tanto che le volte in cui, dopo i litigi, Sandra gli aveva chiesto indietro i regali, lui si era sempre rifiutato di restituirglieli. Una volta, proprio perché lui non voleva andarsene senza aver prima preso tutti i vestiti da casa di lei, era dovuta intervenire la polizia in via dell’Arcoveggio. Era successo il giorno prima della rottura definitiva.

Lei però ancora non se l’era sentita di procedere con una denuncia. Ma poi si è convinta. Forse un senso di pericolo imminente, che le suscitava quel ragazzo che benché vivesse in Sicilia riusciva certe volte a palesarsi sul terrazzo di lei, arrampicandosi fino al secondo piano del palazzo.

Ora, la Procura con il pm Domenico Ambrosino, titolare del fascicolo, ha disposto l’analisi dei telefonini e dei sistemi informatici di Alessandra e di Padovani. Il conferimento è fissato per il primo settembre; sarà nominato il consulente tecnico Angelo Musella. Telefonini già al centro della denuncia di Matteuzzi, che ai carabinieri aveva raccontato come lui le avesse modificato tutte le password dei social e delle mail per controllarla, anche attivando la geolocalizzazione per vedere dove andava e installando un’app che gli consentiva di leggere tutti i messaggini che lei inviava su WhatsApp. Gli inquirenti dovranno fare luce su tutto ciò che è racchiuso anche nel cellulare di Padovani, che adesso deve rispondere di omicidio aggravato dallo stalking, ma non è detto che, in futuro, all’imputazione non si aggiunga anche l’aggravante della premeditazione.

Domani sera poi partirà alle 21 da piazza Liber Paradisus la fiaccolata contro la violenza sulle donne, promossa dalla rete delle donne di Bologna. La fiaccolata, cui tra gli altri parteciperà anche il sindaco Matteo Lepore come ha già fatto sapere, partirà dalla piazza e attraverserà il Quartiere Navile, "per ricordare Alessandra e tutte le donne vittime di violenza", si sottolinea nel volantino dell’iniziativa.

 

 

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