Bologna, 23 agosto 2024 – Piazza Lucio Dalla omaggia Alessandra, la abbraccia, ricordando anche tutte le altre vittime di femminicidio. È gremita la Tettoia Nervi, poco distante da casa di ‘Ale’ Matteuzzi, luogo in cui Giovanni Padovani l’ha uccisa, senza pietà, due anni fa. Ma ora Alessandra vive nel cuore di chi l’ha vista morire per mano di chi diceva di amarla. E rivive, nell’evento di ricordo, con un video che proietta foto e scatti della sua vita spezzata. "Alessandra è con me, lo è sempre – racconta con la voce spezzata la sorella Stefania –. Indosso i suoi vestiti, me la porto dentro, la sento dentro ovunque vada. Voglio continuare a portare avanti tutto ciò che la ricorda".
I ricordi si riproducono sul led, accompagnati dalla musica, che si miscela al dolore e alle lacrime per la perdita di Alessandra. Sono le note di Ovunque Sarai di Irama ad aprire l’evento, con la voce di Elisa Gamberini e Riccardo Gallerani al pianoforte. "Alessandra amava la musica – continua Stefania –. Cantava sempre con la mia mamma (scomparsa a maggio, ndr ). E c’è una canzone proprio per che mi ricorda lei, in maniera particolare". È ‘Fai Rumore’ di Diodato a riecheggiare in Bolognina, dove tutta la città si stringe, ancora una volta, al dolore della famiglia. Una comunità "che non mi ha mai lasciato sola – aggiunge Stefania –. La solidarietà aiuta anche nell’affrontare tutto questo, per aiutare me, e per ricordare lei".
Ci sono anche i genitori di Sofia Stefani, la vigilessa uccisa a maggio dal vigile Giampiero Gualandi. Sul palco "parliamo di Alessandra, di tutto ciò che ha subito. Affrontiamo la tematica del femminicidio e della violenza che le donne subiscono prima della morte. Alcune, per fortuna, riescono a salvarsi", conclude Stefania. Al suo fianco, la migliore amica di Sandra Daniela Spazzani, il cugino Andrea, le cugine Monica e Nicole, lo zio Alessandro.
In prima fila le istituzioni. "Alessandra Matteuzzi – dice la presidente del Quartiere Navile, Federica Mazzoni – è stata uccisa perché non tollerava più una relazione non sana. E noi non vogliamo dimenticarla. La famiglia Matteuzzi ha deciso di trasformare il dolore in un impegno civile, che diventa immediatamente anche nostro. Dobbiamo essere tutti impegnati per fare in modo che il germe di quel patriarcato violento e maschilista non si rigeneri più".
Dal giorno del femminicidio "ho sentito una grande forza da parte della famiglia – afferma il sindaco Lepore –. Una forza che ci ha trasmesso Alessandra. La sera della fiaccolata, ci avete insegnato il valore della solidarietà: ci avete chiesto di essere testimoni della cultura della solidarietà. In quel momento avete donato il vostro dolore a tutti noi e a tutti quelli che si sono riconosciuti nella storia di Alessandra e Stefania".
"La nostra famiglia sta investendo tutto sulla solidarietà – racconta dal palco il cugino Andrea –. Lo faremo sempre. È ciò che ci dà la forza per guardarci quotidianamente e per condividere con voi. Solidarietà che Bologna riesce a esprimere in modo più corretto e giusto". Un pensiero anche agli haters, che ancora infangano Alessandra. "Bisogna condannare questi commenti disgustosi – conclude Andrea – è qualcosa di inaccettabile. Bisogna condannare questi gesti partendo dall’istruzione, educando le nuove generazioni". Sul palco anche l’associazione Maschile plurale, che si occupa di sensibilizzazione, e i Centri antiviolenza, che si sono costituiti parte civile nel processo contro Giovanni Padovani, condannato all’ergastolo. "Giustizia è stata fatta, e lotteremo per averla, sempre".