Alessandro Leon Asoli, la madre: "Non ho colto in tempo il malessere di mio figlio"

Omicidio di Casalecchio di Reno, la donna è stata dimessa dall’ospedale: sta affrontando un percorso psicologico per superare lo choc

Alessandro Leon Asoli ha avvelenato la madre e il patrigno: lui non ce l'ha fatta

Alessandro Leon Asoli ha avvelenato la madre e il patrigno: lui non ce l'ha fatta

Casalecchio di Reno (Bologna), 6 maggio 2021 - "Voglio piangere da sola". La mamma di Alessandro Leon Asoli lo continua a ripetere da settimane al suo avvocato. Chiusa nella riservatezza del suo dolore, la donna, dopo essere stata avvelentata dal figlio, è uscita qualche giorno fa dall’ospedale e ora sta affrontando un lungo e complesso percorso di recupero psicologico.

AGGIORNAMENTO Avvelenata dal figlio a Casalecchio, la madre testimonierà assistita dalla psicologa

"Fisicamente sta bene, ma quello che si porta dentro difficilmente riuscirà a guarire", racconta il suo legale, l’avvocato Gabriele Giuffredi, che la sta supportando in questa delicata quanto orribile vicenda. Il ragazzo, 19 anni, è ancora alla Dozza, guardato a vista dalla polizia penitenziaria perché il rischio che si possa fare del male è altissimo. Lo scorso 15 aprile nell’appartamento dove viveva con la famiglia a Ceretolo di Casalecchio, Alessandro, che da quanto ricostruito dai carabinieri da qualche sera insisteva per voler cucinare, ha aggiunto alla pasta al salmone preparata per la cena della madre e del patrigno, Loreno Grimandi, una dose letale di nitrito di sodio, provocando la morte, tra atroci dolori, del cinquantasettenne.

"La mia assistita – prosegue il legale – si è salvata solo per la tempestività dei soccorsi, perché anche le due forchettate di pasta che aveva ingerito, senza le cure adeguate, sarebbero potute risultare fatali per lei". Ma ora alla donna tocca il fardello di continuare a vivere, con un dolore indescrivibile dentro. "Per la morte di mio marito, per quello che ha fatto mio figlio. E per non aver intercettato, prima che fosse troppo tardi, il suo malessere", come ha raccontato la cinquantaseienne al legale. I carabinieri, che l’hanno sentita subito dopo il delitto, hanno ricostruito i rapporti tra madre, figlio e patrigno.

"La nostra è sempre stata una famiglia normale, serena – ha ripetuto la signora –. Si discuteva, ma come in tutte le famiglie. Io forse pretendevo un po’ da lui, che andasse bene a scuola, non frequentasse brutte compagnie. Ma per troppo amore". E nulla avrebbe fatto presagire alla vittima che nella mente di Alessandro montasse un simile piano criminale. Un piano criminale che ha poi scaricato addosso alla stessa madre. Ai carabinieri e alla pm Rossella Poggioli, il diciannovenne ha infatti detto: "Il veleno l’ho comprato io, ma lo ha messo la mamma nella pasta". Una versione ritenuta del tutto inattendibile dagli inquirenti, ma che ha contribuito ad aumentare lo sconforto della cinquantaseienne.

"La mia assistita ora è molto preoccupata – spiega ancora l’avvocato Giuffredi – per questo tentativo del ragazzo di coinvolgerla. Un altro gesto di cui non si dà ragione. È molto provata, come lo può essere una madre che ha perso tutto: suo marito, suo figlio. E si sente responsabile, per non aver percepito per tempo i sentimenti sconvolgenti che montavano dentro suo figlio. Un figlio seguito con attenzione, mai lasciato a se stesso". Nell’ultimo periodo Alessandro era seguito da uno psichiatra, dopo aver tentato, tirandosi indietro all’ultimo momento, di togliersi la vita. "Ma Alessandro non era mai stato un violento – conclude l’avvocato –. Ora aspettiamo l’esito delle perizie, in questa storia che lascia solo strazio".

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