Alessandro Leon Asoli, confermata la condanna a 30 anni per il delitto delle penne al veleno

La sentenza in corte d’Appello, oggi la confessione dell’imputato

Alessandro Leon Asoli, 21 anni. Oggi ha confessato in aula

Alessandro Leon Asoli, 21 anni. Oggi ha confessato in aula

Bologna, 27 marzo 2023 – La Corte d’Assise d’Appello ha confermato la condanna di primo grado a 30 anni per Alessandro Leon Asoli, accusato di aver ucciso il patrigno Loreno Grimandi, 56 anni, e aver tentato di uccidere la madre, Monica Marchioni.

I fatti risalgono al 15 aprile 2021 quando, nella loro casa di Ceretolo di Casalecchio, ai coniugi è stato servito un piatto di pene al salmone “condite” con una dose letale di nitrito di sodio.

Approfondisci:

Penne al veleno, la Procura di Bologna appella la sentenza: "Condannate Leon all’ergastolo"

Penne al veleno, la Procura di Bologna appella la sentenza: "Condannate Leon all’ergastolo"

Proprio oggi, in aula, davanti alla corte d’Assise, l’imputato 21enne ha confessato il delitto: “Oggi - le parole di Asoli - voglio dire la verità. Sono stato io ad aver fatto quello di cui mi accusano. Mi dispiace parlare solo ora, non l’ho fatto prima perché avevo paura. Voglio assumermi le mie responsabilità e chiedere scusa alle persone a cui ho fatto del male. Spero che mia madre possa perdonarmi e di poter avere una seconda possibilità”.

La sentenza di primo grado a trent’anni di reclusione era stata impugnata sia dall’imputato, che fino a oggi si era sempre professato innocente, sia dalla pm Rossella Poggioli, che ne aveva chiesto l’ergastolo. I giudici hanno, però, deciso di confermare la condanna a trent’anni.

Non siamo soddisfatti - le prime parole dell’avvocato di parte civile Marco Rossi, in rappresentanza della madre dell’imputato Monica Marchioni e dell’anziana madre della vittima, Bruna Ventura - purtroppo la Corte d’Assise d’Appello ha deciso di confermare la condanna a trent’anni. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni di questa decisione. Secondo noi c’era l’aggravante dei motivi abietti, ma soprattutto non c’erano le circostanze attenuanti generiche da concedere all’imputato perché i fatti sono troppo gravi”.

Soddisfatto invece l’avvocato dell’imputato, Davide Bicocchi, subentrato al posto del collega Fulvio Toschi che la settimana scorsa ha rinunciato al mandato: “Posso ritenermi soddisfatto dell’esito alla luce di tutti gli elementi che oggi abbiamo potuto valutare dentro questa udienza. Non credo che la confessione odierna abbia influito nella decisione della Corte, anzi penso non abbia avuto alcun significato dal punto di vista giuridico. Ha invece un significato nell’ottica di previsione di una futura reintegrazione”.

Resta ora da capire se la Procura generale, che oggi aveva confermato la richiesta di ergastolo, impugnerà o meno la sentenza d’Appello.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro