
Alessandro Massa è morto in un incidente alla rotonda dei Polacchi: aveva 32 anni
Bologna, 9 giugno 2025 – Iniziano oggi le operazioni peritali riguardo l’incidente alla rotonda dei Polacchi, al confine tra Bologna e San Lazzaro, in cui perse la vita Alessandro Massa, 32 anni, il 30 settembre 2022. Dopo l’archiviazione del procedimento, nel gennaio scorso sono state riaperte le indagini per omicidio stradale con l’esposto dei familiari di Alessandro tramite il loro avvocato Gabriele Bordoni. E nei giorni scorsi, il pm Manuela Cavallo ha nominato il consulente tecnico, affidando l’incarico al professor Alfonso Micucci, ingegnere civile ambientale specializzato in ingegneria dei trasporti ed esperto di cinematica: per svolgere gli accertamenti, ha 90 giorni di tempo.
Scopo della perizia è di verificare se ci siano state omissioni o irregolarità in merito alla progettazione e installazione di sistemi di sicurezza, in particolare di un guardrail adeguato nel punto dell’incidente. Il consulente tecnico del pm ora procederà all’esame degli atti, a svolgere un sopralluogo alla rotonda, ricostruire la dinamica e accertare le cause dell’incidente. Soprattutto, si occuperà di verificare se emergono responsabilità dell’ente e di individuare gli eventuali soggetti a cui potrebbero ‘imputarsi’ le mancanze sul piano della sicurezza in quel tratto. Andare a fondo in questa vicenda “è un fatto di rispetto per i familiari di Alessandro – sottolinea l’avvocato Bordoni –. Questa morte reclama chiarezza. I genitori vogliono sapere la verità. Non vogliono altro se non avere una risposta scientifica certa e di verità su quanto successo e su cosa poteva non succedere se invece fossero stati ottemperati gli obblighi di legge. Sanno che non potranno mai riavere loro figlio, ma il punto è capire se la morte di Alessandro si poteva evitare”.
Pochi mesi prima, in quello stesso punto, un incidente aveva causato due vittime. “Evidentemente questo non era bastato per procedere con l’installazione del guardrail – incalza Bordoni –. Ci sono delle regole da rispettare. La pubblica amministrazione dovrebbe avere come priorità il bene pubblico”. In altre parole, “il Comune di Bologna, quale ente gestore della strada – si legge nell’esposto presentato alla Procura per la riapertura delle indagini –, aveva l’obbligo giuridico, non la semplice facoltà, di dotare la rotatoria contenente il sottopasso di protezioni idonee”. Peraltro, “il teatro dell’incidente” è senza dubbio “una strada a veloce scorrimento”, perché parte integrante del cosiddetto asse Lungosavena, “appartenente alla grande rete viabilistica definita dal piano regionale dei trasporti”.
E poi, proprio lì “il 30 aprile 2022, c’era stato un incidente che aveva visto coinvolta un’auto con a bordo due uomini di origine moldava che, secondo una dinamica pressoché identica” a quella dell’incidente di Massa “aveva urtato il cordolo in cemento ed era precipitata in una scarpata all’interno della rotatoria”. Il riferimento è all’incidente in cui persero la vita Virlan Gheorghe, 36 anni residente a Zola Predosa, e Rotaru Vitalie, 31 anni, rimasti uccisi nell’incendio che ha ridotto a un cumulo di lamiere la vettura su cui si trovavano: morirono carbonizzati. Quindi “la pericolosità di quella tratta era evidente e conclamata in concreto, oltre a essere emerso il difetto di protezione”, per cui “non c’è dubbio che il Comune di Bologna era perfettamente a conoscenza della sua pericolosità”, riporta l’atto.
La notizia della morte di Alessandro, ’Massino’ per gli amici, aveva lasciato senza fiato tre comunità: quella di Loiano, dove il giovane è nato, vissuto e cresciuto e dove la sua famiglia è molto nota; quella di San Lazzaro, della frazione di Idice dove il 32enne viveva da qualche tempo; e quella della Bottega di Franco, storico e noto ristorante bolognese in via Agucchi, dove Alessandro da anni lavorava come cameriere ed esperto di vini e che, nei giorni successivi alla tragica scomparsa, era rimasto chiuso per lutto.