CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Alessandro Massa, morto nell’incidente a 32 anni: riaperte le indagini

Bologna, esperto di vini, per tutti ‘Massino’, perse la vita nel 2022 alla rotonda dei polacchi. I genitori cercano risposte. In prima battuta indagine archiviata, ma ora si apre un nuovo capitolo. L’atto: “Mancava il guardrail. Pochi mesi prima altre due vittime, il Comune era perfettamente a conoscenza della pericolosità di quel tratto”

Alessandro Massa è morto a 32 anni in un incidente stradale alla rotonda dei polacchi a Bologna nel 2022: riparte l'inchiesta

Alessandro Massa è morto a 32 anni in un incidente stradale alla rotonda dei polacchi a Bologna nel 2022: riparte l'inchiesta

Bologna, 20 aprile 2022 – Alessandro Massa aveva 32 anni quando ha perso la vita in un incidente stradale alla rotonda dei polacchi, al confine tra Bologna e San Lazzaro, il 30 settembre del 2022, nello stesso tratto in cui, esattamente cinque mesi prima, rimasero uccisi due moldavi, morti carbonizzati sempre in un incidente, al punto che quella fu ribattezzata ‘la rotonda maledetta’.

Dopo la morte di Alessandro, era stata aperta un’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo stradale, poi archiviata nel gennaio 2024. E ora, dal gennaio di quest’anno, le indagini sono state riaperte su richiesta dell’avvocato Gabriele Bordoni, che assiste i genitori del ragazzo.

L’analisi della vicenda e gli atti

Il punto: “Il Comune di Bologna, quale ente gestore della strada, aveva l’obbligo giuridico, non la semplice facoltà, di dotare la rotatoria contenente il sottopasso di protezioni idonee”, recita l’atto che è stato presentato alla Procura con cui si chiedeva di riaprire le indagini. Peraltro, “il teatro dell’incidente” è senza dubbio, si legge nell’atto, “una strada a veloce scorrimento”, dato che forma parte integrante del cosiddetto asse Lungosavena, “appartenente alla grande rete viabilistica definita dal piano regionale dei trasporti”. Non solo. Nello stesso punto di quella strada, “il 30 aprile 2022, c’era stato un incidente che aveva visto coinvolta un’auto con a bordo due uomini di origine moldava che, seconda una dinamica pressoché identica” a quella dell’incidente di Massa “aveva urtato il cordolo in cemento ed era precipitata in una scarpata all’interno della rotatoria, provocando la morte dei due occupanti”. Il riferimento è all’incidente di aprile di quell’anno in cui persero la vita Virlan Gheorghe, 36 anni residente a Zola Predosa, e Rotaru Vitalie, 31 anni, che era in auto con lui, rimasti uccisi nell’incendio che ha ridotto a un cumulo di lamiere la vettura su cui si trovavano: morirono carbonizzati. Quindi, prosegue l’atto, “la pericolosità di quella tratta era evidente e conclamata in concreto, oltre a essere emerso il difetto di protezione”, per cui “non c’è dubbio che il Comune di Bologna, proprietario della strada e della rotonda, era perfettamente a conoscenza della sua pericolosità”, riporta l’atto.

Le parole dell’avvocato

“Non si sa perché il guardrail era stato posto in punti relativi a direzioni da cui non poteva arrivare nessun veicolo e invece mancava proprio nel segmento che unisce la rotonda del Bellaria a quella del cimitero dei polacchi – spiega l’avvocato Bordoni -. Prima sono intervenuti installando la telecamera con la limitazione della velocità, ma solo qualche mese fa il guardrail è stato posizionato nel segmento in cui mancava. Almeno questo è un risultato che la tragica scomparsa di Alessandro ha provocato, il sacrificio di Alessandro è valso a sensibilizzare chi di dovere a fare ciò che doveva essere fatto fin dall'inizio – incalza Bordoni -. Se ci fosse stato il guardrail quel giorno, in base agli elementi tecnici che abbiamo raccolto, è praticamente certo che Alessandro avrebbe riportato serie lesioni, ma non sarebbe morto”.

I genitori vogliono risposte

Ci sono dei genitori che piangono un figlio scomparso troppo presto, all’improvviso. Genitori che ora “vogliono avere delle risposte che ricostruiscano l'accaduto con precisione e nei dettagli, per verificare se si è trattato di una fatalità, di un errore di guida del figlio o se a questo si sia unita un’omissione da parte di qualcuno che ha contribuito a provocarne la morte”.

Gli sviluppi giudiziari

Ora, sul piano processuale, si è in attesa dell'incidente probatorio davanti al gip, “che dovrebbe svolgersi a breve e che risolverà il piano tecnico, cioè si andrà a verificare la questione e la sua capacità di salvare la vita ad Alessandro. Se il risultato dell’incidente probatorio sarà coerente con quanto sosteniamo, si andrà quantomeno ad udienza preliminare”.

Lo strazio e i ricordi

"Era gentile e paziente – aveva detto in lacrime il papà, Stefano, subito dopo l’incidente –. Riusciva a stare con tutti e aveva sempre un sorriso stampato sul viso. Dovremo trovare il modo di andare avanti senza di lui anche se non so, non riesco neppure a immaginare, come faremo". Aveva passione, dedizione e tenacia Alessandro, ‘Massino’ per gli amici. Aveva tante qualità, ma soprattutto tanta voglia di vivere e di scoprire sempre cose nuove. La notizia della sua morte aveva lasciato senza fiato tre comunità: quella di Loiano, dove il giovane è nato, vissuto e cresciuto e dove la sua famiglia è molto nota; quella di San Lazzaro, della frazione di Idice dove il 32enne viveva da qualche tempo; e quella della Bottega di Franco, storico e noto ristorante bolognese in via Agucchi, dove Alessandro da anni lavorava come cameriere ed esperto di vini e che, nei giorni successivi alla tragica scomparsa, era rimasto chiuso per lutto. Il paese di Loiano si era commosso per l’ultimo saluto ad Alessandro al palazzetto dello sport che a stento era riuscito a contenere le tantissime persone – oltre 500 – arrivate per stringersi attorno alla famiglia Massa: oltre agli abitanti del paese, anche gli Scout, l’accademia di SerraMazzoni e il team al completo della Bottega di Franco. La bara era entrata accompagnata dagli inni di Fortitudo e Inter, le due squadre del cuore, e da più di un minuto di applausi. “Sarai sempre in compagnia e sarai sempre con noi”, era stato un passaggio del discorso del papà, mentre la mamma aveva affidato i suoi pensieri a una lettera: “Alessandro amava visceralmente la vita e l’ha vissuta, mai sazio di quanto poteva conoscere e sempre sorridente”.

"Ciao Massino”, l’aveva salutato il paese, “insegna agli angeli a bere del buon vino”.