Arte, vita e natura: relazioni che in Alessandro Roma emergono più forti e intrecciate che mai. L’artista, originario di Milano, ha vissuto a lungo a Londra e a Bruxelles. Tuttavia, da quattro anni ha deciso di trasferirsi a Faenza per dedicarsi a una ricerca artistica multidisciplinare che vede nella ceramica e nella pittura i linguaggi espressivi d’elezione. Un cambiamento di vita quello di Roma decisamente più in linea con il suo modo di sentire e fare arte.
Il tempo in cui si muove l’artista è infatti sfumato, legato all’artigianalità, alla decorazione e alla manualità: metodi che non hanno nulla a che vedere con il dinamismo di una società contemporanea che guarda sempre più alla digitalizzazione. Varcare la soglia del Museo Civico Medievale – in cui oggi alle 17.30 s’inaugura Vestirsi paesaggio, una mostra dedicata a Roma in collaborazione con Car Gallery – significa immergersi in un’esperienza meditativa che rivela nove opere di recente produzione, in dialogo con la collezione permanente del museo.
Nonostante le molteplici affinità tra la sua visione ed il contesto espositivo, Roma, in un’intervista con Lorenzo Balbi, ha spiegato: "Non ho voluto addentrarmi nel costruire relazioni con i singoli reperti. Ho preferito vivere il museo rintracciando forme familiari, concentrandomi su materiali con cui lavoro o che vorrei provare in futuro a manipolare". Fino al 2 marzo, le sale di Palazzo Ghisilardi-Fava (via Manzoni 4) ospiteranno sia sette sculture in ceramica, sia due abiti in tessuto. In entrambi i casi l’artista è intervenuto pittoricamente mediante decorazioni fitomorfe dotate di un’energia tale da tramutarle rispettivamente in maschere d’ispirazione arcaica e in presenze misteriose che abitano il museo.
Le cromie calde e vibranti che caratterizzano i suoi lavori – così come l’attitudine a trattare la materia come fosse magma ’vivo’ – rispondono a dinamiche di osservazione della natura assai inclini all’approccio dell’Art Nouveau. Inoltre, Roma aggiunge: "Alcune opere all’interno della mostra sono indossabili e lo saranno in situazioni performative. Forse vorrei che il visitatore si svestisse delle proprie abitudini per indossare attraverso i sensi nuove esperienze".
Invece, a illustrare il titolo della personale ci pensa il direttore del MAMbo: "Vestirsi paesaggio è un titolo affascinante e ambiguo: mette insieme la sfera personale e privata di ognuno di noi nel concetto di abito/habitat unita a quella collettiva e universale del paesaggio". Per concludere, in questa mostra le forme plastiche e pittoriche si espandono nella tridimensionalità dello spazio, generando opere che avvolgono il visitatore trasformandolo in un viandante di un paesaggio immaginifico.