Alex Zanardi, dalle Olimpiadi alla Fondazione Carisbo. "Investiamo sui giovani"

Il campione domani alle 11 a Casa Saraceni per ‘Riflessi’: "Bologna e Firenze, una bellissima suggestione e un esempio di unità sportiva"

Alex Zanardi, 53 anni

Alex Zanardi, 53 anni

Bologna, 14 dicembre 2019 - Olimpiadi nel 2032 a Bologna e Firenze: un sogno? "E’ una bella suggestione, i sogni sono bellissimi. E chissà che magari qualcosa non succeda davvero", spalanca un sorriso Alex Zanardi . "Bologna e Firenze sono sempre state amiche/nemiche, magari lo sport per l’ennesima volta sarà un esempio di unità", dice il campione paralimpico protagonista domattina dalle 11 a Casa Saraceni (sede della Fondazione Carisbo) dell’appuntamento della rassegna ‘Riflessi’.

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Dunque sì all’olimpiade ‘casalinga’? "E perché no? Può portare investimenti, soprattutto può essere un vero volano. E poi ci fa parlare di sport ed educazione allo sport".

Da tempo lei è impegnato anche nel sociale. Che ruolo ha lo sport nell’educazione? "Beh, mi sento un po’ un professionista nella materia, avendo praticato sport per una vita intera. Lo sport ha un ruolo fondamentale per farci ottenere il meglio nella vita. Per fare venire fuori il ‘bene’ che c’è in tutti noi".

In che senso? "Bene e male albergano dentro di noi. Lo sport ha tirato fuori quanto di meglio potesse esserci dentro di me. Lo sport ha eliminato il male: avrei potuto passare quel tempo da sbandato, avrei potuto buttarmi in un bicchiere o in una pasticca di ecstasy".

Quindi sport come aiuto alla vita, intanto. "Lo sport va abbracciato con passione, entusiasmo, più per l’esecuzione di un progetto che per il risultato che se ne trarrà poi. Quello che ti cambia la vita non è un successo, è il percorso che fai".

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Beh, la competizione conta. "Certo, può accadere che lo sforzo, il percorso che hai fatto, ti portino a momenti incredibili. Ma le cose le fai perché ti appassioni e ti diverti. Mennea non sarebbe stato Mennea se non si fosse allenato di nascosto dal suo allenatore Carlo Vittori che gli diceva ‘Pietro, stai fermo, basta’. Lui invece si allenava e fece il record del mondo nei 200 metri. Maradona non sarebbe stato Maradona se, pur di dare due calci a un pallone, non avesse scavalcato la recinzione di un campetto anche solo per giocare da solo".

Questo racconterebbe ai nostri ragazzi? "Questo lo capiscono subito. Lo stesso principio per cui prepari una gara e un campionato, il modo di vivere il percorso, di prepararti a dare il massimo senza pensare soltanto al risultato finale, ecco, tutte queste cose sono le stesse che mi hanno tirato fuori dai guai nella vita. Ad esempio quando ho avuto l’incidente".

Sono passati 18 anni, operazioni, arresti cardiaci. "Ho sempre pensato a cosa è rimasto, non a cosa ho perso. E grazie allo sport ho fatto quello che ho fatto".

Il 2020 sarà un anno-chiave per lo sport: ci sono le Olimpiadi di Tokyo all’orizzonte per il Paese e le Paralimpiadi per lei. "Beh, Tokyo per me sarà un po’ il canto del cigno. Spero sia un bel canto. Il sistema di partecipazione, comunque, è complesso, vediamo quante gare farò. Sono pronto: sono andato al circuito del Fuji per una gara, ho avuto la possibilità di vedere come sarà il percorso. Tra l’altro saremo in altura, forse farà un po’ meno caldo di quanto ci si aspetta. Ma il caldo vale per tutti".

Un’Olimpiade-chiave per tutto il Paese. "Mi aspetto l’ennesimo piccolo miracolo sportivo: ci sono tanti sport che non godono di attenzioni che sicuramente ci faranno avanzare nel medagliere".

Dal Paese a Bologna: un grande momento sportivo. "Beh, è sotto gli occhi di tutti la rinascita di Basket City. Un risultato auspicato e meritato per una comunità come la nostra".

E poi il calcio: il 2019 è stato l’anno del Bologna di Sinisa Mihajlovic. "Mi hanno interrogato molto su Sinisa, forse perché si scorge fra noi due un comune denominatore. Io però...".

Cosa? "Dentro di me penso: la sua situazione è maledettamente più complessa, e lui è maledettamente più cocciuto e determinato. Che uomo".

Un esempio. "Questa è la lezione: tutta la sua forza, tutta la sua determinazione spero siano servite a tutte le persone a caccia di un’ispirazione".

«Ispirare una generazione» era anche il motto dell’Olimpiade di Londra, dove lei nelle gare paralimpiche ha trionfato. "Che messaggio potente! Quando si guarda una gara bisognerebbe pensare: ‘Chissà quanto lavoro ci deve essere stato dietro quel gesto’. Nel gesto paralimpico i gesti sono sempre rilevanti, vien da dire ‘Ma porca miseria...’. Ecco, spero da esclamazioni come questa nasca l’ispirazione, è l’ispirazione che guida i giovani".

Per fare sport però servono impianti, più nuovi e all’avanguardia. "E’ strano che in un Paese fortemente assistenzialista come il nostro, devono essere i privati che si fanno carico di investimenti. Qualcosa però si è mosso e anche a livello scolastico fare sport a livello professionale non è più visto come un fattore negativo. Sarebbe bello se tutto fosse messo a sistema, sarebbe bello se ci fosse meno bisogno dei privati e fosse data ai ragazzi la possibilità di fare naturalmente lo sport. Lo sa, ad esempio, perché io sono diventato un pilota?".

No. Perché? "Mica volevo fare il pilota. Ma vicino a casa mia venne costruita una pista di go-kart. E allora decisi di andarli a provare. Senza quei go-kart...".

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