NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

"Allora è stato lui?". Lo choc del cugino e l’ultimo incontro: "Si sentiva minacciato"

L’uomo aveva visto il parente venerdì della scorsa settimana: "Era preoccupato perché doveva lasciare l’appartamento"

"Allora è stato lui?". Lo choc del cugino e l’ultimo incontro: "Si sentiva minacciato"

Bologna, 3 giugno 2025 – Quando scopre che le vittime della mattanza di piazza dell’Unità sono Luca Gombi e Luca Monaldi, Giovanni Sacco si mette le mani nei capelli e scuote la testa. "Allora è stato lui?", si chiede ad alta voce quest’uomo minuto, scosso dalla preoccupazione.

"Allora è stato lui?". Lo choc del cugino e l’ultimo incontro: "Si sentiva minacciato"
Giovanni Sacco, il cugino dell'omicida lo aveva visto venerdì della scorsa settimana "Era preoccupato perché doveva lasciare l’appartamento"

Quel ‘lui’ è suo cugino Genaro Maffia, che da mesi abitava con le due vittime. Sacco ieri mattina è arrivato di corsa, trafelato, appena saputo che in quel palazzo erano state trovate due persone morte. Aveva paura che una delle due vittime potesse essere il cugino: "Mi ha detto che si sentiva minacciato, che aveva paura che lo uccidessero", racconta ai poliziotti, chiedendo informazioni. Ma chi avrebbe voluto ucciderlo? "Non lo so, non lo ha detto con precisione", ripercorre nell’ansia, mentre cerca una spiegazione.

E torna indietro di pochi giorni. All’ultima volta che ha visto il cugino, appena venerdì scorso. "Gombi e Monaldi mi hanno chiesto di passare – dice – perché erano preoccupati per lo stato di mio cugino. Loro stavano vendendo la casa e lui doveva trovarsi un’altra sistemazione. Gli ho detto che era un’opportunità, anche per ricongiungersi con la famiglia, per far venire moglie e figli qui in Italia. Era già tutto predisposto, gli avrebbero dato anche una buonuscita. Ma era preoccupato". Tanto che il parente aveva deciso di chiamarlo di nuovo, il giorno successivo: "Ma non mi ha risposto. Non rispondeva mai".

Ieri mattina, la scoperta tragica e quel presentimento, subito espresso, che Genaro fosse coinvolto, in qualche modo, nell’orrore.

Maffia abitava in quell’appartamento all’ultimo piano del civico 15 ormai dallo scorso agosto. In Italia era arrivato però tre anni fa, scegliendo Bologna, visto che qui abita e lavora da molti anni il cugino. Il quarantottenne aveva trovato impiego come operaio edile, ma nell’ultimo mese era in disoccupazione.

Prima, più volte nel periodo della convivenza era stato visto assieme alle vittime. Anche a pranzo nel ristorante ‘La vela’, dove la coppia era cliente abituale. "Qualche volta è venuto anche lui, non nell’ultimo periodo però", racconta il titolare del ristorante. Che parla di Gombi e Monaldi come di una coppia "tranquilla, che a volte litigava. Come tutti".