All’università della Pinacoteca: le lezioni si fanno tra i capolavori

Una volta la settimana docenti e studenti si spostano al museo. Ma gli appuntamenti sono aperti a tutti

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"I nostri docenti hanno sempre portato gli studenti in Pinacoteca, come iniziativa personale, ora però noi vogliamo offrire uno spazio fisso". L’università così trova casa in Pinacoteca.

La nuova iniziativa infatti, prevede dal 19 novembre e per tutto l’anno accademico, una lezione a settimana del Dipartimento delle arti: in aula Gnudi una vera classe e una vera lezione universitaria, con l’opportunità di partecipare aperta anche ai visitatori del museo. Un rapporto avviato con la bella mostra su ’Giulio II e Raffaello’, dedicata al Rinascimento bolognese, attualmente in corso, e che vuole farsi sempre più stretto.

"Il museo – spiega la direttrice Maria Luisa Pacelli – è fondamentalmente un servizio al territorio, quindi è giusto che sia la ’palestra’ degli studenti che qui vedono dal vivo cosa stanno studiando. Non solo. Il museo può offrire contenuti aggiuntivi, ad esempio se stiamo lavorando su un periodo specifico o, perché no, su un restauro. Poi certo, non tutti faranno della storia dell’arte il loro mestiere, ma magari conserveranno un ’rapporto stretto’ con le sale di un museo".

Poi c’è l’altro aspetto, che sottolinea la forte volontà di apertura della Pinacoteca alla città. È infatti possibile per chiunque assistere a queste lezioni, prenotandosi (a una o a tutte) sul sito www.pinacotecabologna.beniculturali.it. "L’obiettivo fondamentale che ci poniamo – continua Pacelli – è riportare la gente, i bolognesi e non solo i turisti, nelle nostre sale. Credo quindi che questa sia un’iniziativa importante per il quartiere, i cui residenti si sentono un po’ bistrattati, poco considerati e alle prese con situazioni a volte complesse. Questo è anche un modo di proporci come mediatori tra un ente di formazione come l’università e la gente che può così venirne a contatto per scoprirne vari aspetti".

Resta il fatto che, certo, non sono ’conferenze’, in cui normalmente si cerca di tener conto del livello del pubblico e quindi ’divulgative’: queste sono vere lezioni universitarie. "Vero – ammette – è una sfida, perché i destinatari sono gli studenti e il livello qualitativo e di approfondimento non può essere abbassato, ma io spero che funzioni e che in tanti si incuriosiscano decidendo di seguirne qualcuna, o magari tutte...".

La prima, come detto, sarà il 29 novembre dalle 11 alle 13, con il professor Andrea Bacchi su ’Arte in età barocca’.

Martina Spaggiari

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