Alluvione, il sindaco Lepore: "Il decreto non basta. Subito fondi per strade e infrastrutture"

Il primo cittadino: "Danni da 200 milioni su viabilità comunale e provinciale. Già aperti 30 cantieri, ma i piccoli Comuni non ce la fanno da soli". E sul commissario indica Bonaccini: "Rispetto per la nostra terra"

Bologna, 25 maggio 2023 – Comuni ancora isolati, strade inagibili, frane, ponti e viadotti crollati. Sono ancora tante le criticità del nostro territorio, tant’è che Matteo Lepore parla di uno scenario "da post Seconda Guerra Mondiale". Per questo, "il decreto del governo da due miliardi non basta. Non c’è praticamente nulla sulle infrastrutture e sugli interventi sulle strade. L’esecutivo su questo ci deve dare certezze, da soli non ce la facciamo", dice il sindaco. A far paura nel nostro territorio ci sono ancora le frane, tant’è che vista la situazione il sindaco ha emanato un’ordinanza che vieta fino a martedì 30 maggio, l’accesso e la permanenza in parchi e giardini della collina di Bologna.

Matteo Lepore, sindaco di Bologna
Matteo Lepore, sindaco di Bologna

Sindaco, quanti sono i danni nel Bolognese?

"Solo per le strade provinciali e comunali calcoliamo danni per 150 milioni di euro che presto saliranno a 200 milioni. A questi vanno aggiunti quelli relativi alle popolazioni e alle imprese. È difficile quantificare: servono miliardi... Le zone più critiche sono la zona imolese e la parte appenninica e collinare ancora alle prese con le frane. Crollano ponti e viadotti. Alcune strade sono ancora inagibili... è dura".

Dopo l’emergenza, il passo successivo è la ricostruzione.

"Il nostro primo obiettivo è salvaguardare un tessuto sociale ed economico unico. Ringrazio tutti: cittadini, sindaci, amministratori, ma anche le imprese che non hanno chiesto nulla in cambio. Sono oltre quattromila e cinquecento gli evacuati dall’inizio dell’emergenza in tutto il territorio metropolitano, sono poco più di 2mila oggi, mentre in città restano fuori casa quindici persone".

Le frane fanno ancora paura, tant’è che ha vietato l’accesso ai parchi e giardini della collina fino a martedì.

"Avevamo 120 frane solo a Bologna, oggi sono una trentina. Ma ne restano almeno un centinaio nel territorio metropolitano. Le stiamo monitorando di continuo, anche con l’utilizzo dei droni. L’ordinanza è stata emanata per prudenza, finché non si stabilizzano i fonti franosi".

Teme per l’Appennino e per la stagione estiva?

"Credo che la stagione si possa ancora salvare, ma vanno ripristinati i collegamenti, messi in sicurezza i fronti delle frane... per questo non possiamo perdere tempo".

Il governo ha fatto la sua parte con un decreto di aiuti da 2 miliardi di euro...

"In questo momento la priorità è dare un segnale. Ma al momento il decreto non è sufficiente ad affrontare l’emergenza. Leggendo il provvedimento, ci sono plafond a cui attingere per le imprese e il mondo lavoro, la sospensione delle tasse... Tutto bene, ma non c’è praticamente nulla sulle opere più urgenti per ripristinare l’accessibilità del territorio. Ci sono comunità in montagna che rischiano di rimanere per molto tempo isolate se non interveniamo".

Come intervenire in attesa dell’arrivo dei fondi?

"Comuni e città metropolitana sono in campo, abbiamo già aperto trenta cantieri fra strade e fronti franosi, con un investimento di risorse di quasi 9 milioni di euro, di cui 2,5 milioni stanziati dal nostro Comune. Ma il governo deve darci certezze che coprirà questi investimenti. Bologna ce la può fare ad affrontarli, ma in molti casi i piccoli comuni stanno affrontando gli interventi con debiti fuori bilancio. Senza contare la mancanza di strutture e tecnici per affrontare i cantieri... Per questo serve un punto di coordinamento regionale. Meloni deve fare in fretta, va evitato il disastro economico".

Il commissario dev’essere Stefano Bonaccini?

"Sono stupito del dibattito. Il commissario dev’essere il presidente della regione, è una questione di rispetto nei confronti della nostra terra. E poi se vogliamo velocizzare tutto il processo, serve una figura che conosca bene la macchina amministrativa...".

Ma com’è il rapporto con il governo?

"Ho apprezzato che Meloni e diversi ministri sia venuti a Bologna e in regione. Apprezzo il loro impegno, ma ci deve essere lealtà e rispetto. Da questa emergenza dobbiamo uscirne insieme. Ma poi a livello locale, in tutte le province colpite dagli alluvioni, gli esponenti dell’opposizione mostrano una fortissima ostilità al limite dello sciacallaggio...".

Si riferisce anche agli attacchi sul torrente Ravone e l’allagamento di via Saffi dei giorni scorsi?

"Sul Ravone hanno detto tutto e il contrario di tutto. Abbiamo creato una task force in città metropolitana per il dissesto idrogeologico e sul Ravone mi sono preso la responsabilità di anticipare i lavori a giugno, prima dei cantieri del tram in zona, e di chiudere la strada per due mesi. Il primo obiettivo è la sicurezza".

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