Unibo, via all'anno accademico nel nome di Zaki. Ubertini: "L'Ateneo ha retto al Covid"

Alla cerimonia di inaugurazione il bilancio positivo dell’Università. Il rettore: "Studenti aumentati del 9% nonostante la pandemia"

Il rettore Francesco Ubertini (Foto Dire)

Il rettore Francesco Ubertini (Foto Dire)

Bologna, 2 dicembre 2020 - "E’ stato un anno difficile, ma l’Alma Mater resiste e registriamo nell’ultimo anno un aumento del 9% delle immatricolazioni". Nel suo videomessaggio in occasione dell’apertura del 933esimo anno accademico, il rettore Francesco Ubertini si dice ottimista per il futuro dell’Ateneo. "Nonostante le difficoltà, i nostri studenti crescono: abbiamo molti nuovi studenti internazionali e ragazzi che arrivano dalle altre regioni d’Italia". Per Ubertini, quello di oggi è stato l’ultimo messaggio da rettore prima delle elezioni per il rinnovo degli organi dell’Università, che si terranno a giugno. "Non nascondo il dispiacere per non aver potuto organizzare la tradizionale cerimonia inaugurale di ogni anno, ma questo ci è imposto dalla seconda ondata di Covid - ha detto -. Non appena la condizioni ce lo consentiranno, abbiamo in mente un evento per recuperare questo giorno". 

Il messaggio del rettore agli studenti

Sul futuro di Unibo, Ubertini ha invitato ad andare oltre "lo sterile dibattito tra chi è a favore e chi è contrario alla didattica a distanza". "Tutti conoscono i pro e i contro, dobbiamo saper cogliere gli aspetti positivi e i segnali che ci arrivano da questo momento epocale". Dopo aver rivolto il suo ringraziamento a tutto il personale tecnico e amministrativo, il rettore ha spronato gli studenti: "Proponete la vostra visione per il futuro, le vostre idee, parlate con i professori".

"Patrick Zaki deve tornare tra noi"

E, riferendosi ai docenti, ha detto: "Ascoltate ora più che mai la voce degli studenti, perché saranno i portatori della memoria storia di questo periodo epocale". Infine, Ubertini ha voluto lanciare un altro monito per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Alma Mater, prigioniero nel suo Paese da febbraio. "Dobbiamo fare in modo che Zaki possa tornare tra noi e che come tutti noi possa dire: ‘Io ci sono’". 

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