
L’avvocato lo assiste nel ricorso assieme a Franco Coppi: motivazioni al setaccio. Il medico è condannato all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso moglie e suocera. .
Una foto scattata con il suo telefono cellulare alla schermata di un dispositivo informatico, dove si leggono botta e risposta tra utenti di un forum internet per capire se "davvero esiste lo spray soporifero che usano i ladri per rubare in casa di notte" e "se esiste una molecola che per inalazione riesce ad addormentare". Questo avveniva alle 18.20 del 7 ottobre 2021, vale a dire il giorno prima della morte della suocera di Giampaolo Amato, Giulia Tateo: l’oculista e medico della Virtus basket di 65 anni è stato condannato all’ergastolo due mesi fa per avere ucciso nel 2021 moglie Isabella Linsalata e la suocera, a 22 giorni di distanza l’una dall’altra.
L’altro ieri le motivazioni della sentenza: secondo i giudici, Amato agì non solo per il desiderio di vivere liberamente la relazione con l’amante più giovane e di ereditare il denaro delle sue vittime, quindi, ma per un insieme di pressioni ben più complesso, in base a una spinta più profonda. "Anche questa Corte ha trovato difficile accettare che nella persona di Giampaolo Amato, conosciuta da figli, amici e colleghi di lavoro e come presentatosi nel dibattimento, si nascondesse un freddo e spietato assassino. Tuttavia tale constatazione è suffragata non solo dalle inconfutabili prove assunte nel processo, ma anche dalla sua personalità", si legge in un passaggio delle 283 pagine della sentenza della Corte di assise di Bologna, presieduta da Pierluigi Di Bari: si parla anche di un "lato oscuro" dell’imputato, descritto come un "manipolatore dei fatti".
"Siamo assolutamente convinti dell’innocenza di Amato – il commento, in direzione opposta, del suo legale Valerio Spigarelli (ex presidente dell’Unione delle Camere penali italiane), che lo assiste con l’avvocato Franco Coppi –, stiamo analizzando le motivazioni parola per parola e andremo a mettere a punto l’atto di appello, a cui abbiamo già iniziato a pensare nel momento in cui abbiamo accettato l’incarico".
Tornando a quel 7 ottobre 2021, poche ore prima del decesso della suocera sul cui corpo c’erano tracce di Sevoflurano, in quella foto alla conversazione sul web si legge: "Certo, esistono tante molecole del genere" e, nella conversazione, spicca un intervento che elenca tutti tipi di gas soporifero sul mercato: e al vertice della classifica, per potenza di tossicità, c’è proprio il Sevoflurano. Interrogato dal pm, Amato in merito ha risposto che era per proteggersi in casa, dato l’allarme per una serie di furti in abitazione. Versione che però non è apparsa convicente.
In quanto al peculato, Amato è stato assolto da questa accusa: avrebbe sì potuto, si legge nella ricostruzione, recuperare senza particolari difficoltà medicinali quali il Midazolam e il Sevoflurano, "prestando servizio in una pluralità di ospedali", ma gli elementi, seppure "gravi e precisi, non consentono di superare la necessaria soglia dell’oltre ogni ragionevole dubbio" circa l’effettiva provenienza dei medicinali "utilizzati dall’imputato per perpetrare gli omicidi della moglie e della suocera".