
Una provincia a 30 all’ora, più che il solo capoluogo. La Città metropolitana spinge sull’acceleratore, almeno in questo caso, e presenta "un manuale" nuovo di zecca: si chiama Pimes (il Piano integrato metropolitano per la sicurezza stradale) e il duplice obiettivo è quello di dimezzare in dieci anni il numero di incidenti gravi, azzerando le vittime sulla rete extraurbana. Ma non solo, come spiega chiaramente Simona Larghetti, consigliera metropolitana con delega a Sicurezza stradale e mobilità ciclistica: "Porteremo il modello della Città 30 nel Pimes – sottolinea – perché pensiamo che la moderazione del traffico sia replicabile in tutti i Comuni, anche quelli di dimensioni diverse da Bologna. Ma è altrettanto chiaro che le dinamiche di trasporto e prevenzione a Imola, ad esempio, sono diverse da quelle che dovremo impugnare a Camugnano". Tradotto: presto si potrebbe vedere un’intera Provincia 30.
Occhio, però: "Per la Città metropolitana non parliamo di Città 30, ma di ‘Assi 30’ – prosegue Larghetti –. Questo perché consideriamo centri abitati molto piccoli, dove il problema della moderazione magari riguarda più che altro la strada principale, che taglia in due il paese. Noi vogliamo dare gli strumenti di pianificazione, poi saranno i singoli Comuni a decidere". Dalla ‘città corridoio’, dove si sfreccia per l’arteria principale, alla ‘città salotto’: è il diktat ripetuto dalla consigliera.
Il Pimes prevede anche uno ‘step’ al 2026, con gli obiettivi di dimezzare già l’incidentalità rispetto al 2019, azzerare la mortalità ciclabile e pedonale e ridurre del 90% l’incidentalità causata dalle infrastrutture. Dopo un anno di studio, il 2023 sarà quello dei finanziamenti e delle azioni integrate. In sostanza, come ripetono gli addetti ai lavori, il vecchio Pums (il Piano urbano della mobilità sostenibile) "ha fallito l’ambizioso obiettivo di dimezzare gli incidenti generati dal traffico urbano confrontando il 2010 e il 2020". Largo al nuovo Pimes, quindi.
"Lavoriamo sul rapporto tra incidentalità e traffico – aggiunge Maurizio Martelli, dirigente del settore Strade, sicurezza e ciclovie della Città metropolitana –. Stiamo individuando una serie di esempi diversi tra loro. Non ci sono Comuni prioritari, ma sì: la zona 30 può essere applicata all’intero territorio, seppur con modalità diverse".
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