CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Andrea Costa, false sponsorizzazioni. Condannato l’ideatore della frode

Tre anni e sei mesi a Delle Piane. L’ex patron della squadra, Domenicali, già prosciolto in un altro filone, ha patteggiato

Gian Piero Domenicali, ex patron dell’Andrea Costa, è stato prosciolto in un filone e ha patteggiato in un altro

Gian Piero Domenicali, ex patron dell’Andrea Costa, è stato prosciolto in un filone e ha patteggiato in un altro

di Chiara Gabrielli

Fatture gonfiate e false sponsorizzazioni sportive: Paolo Delle Piane, ritenuto l’ideatore della sofisticata ‘rete’, è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per reati tributari, oltre al pagamento delle spese processuali ed è stata disposta la confisca diretta del profitto di reati pari a oltre 4 milioni di euro. L’associazione per delinquere è stata prescritta per tutti gli imputati.

È quanto deciso nei giorni scorsi dal Collegio presieduto dal giudice Simona Siena (giudici a latere Filippo Ricci e Giuseppe Pighi). Secondo l’accusa del pm Manuela Cavallo, il gruppo avrebbe creato un complesso scacchiere, con ’triangolazioni’ all’estero, per mettere in piedi una frode con fatture false o gonfiate aventi come oggetto prestazioni di sponsorizzazione a favore dell’Andrea Costa e di una società di basket femminile di Parma. Fatture che sarebbero state emesse dagli sponsor da una società a Londra, la Advanced Marketing Consulting (e molte altre allo stesso indirizzo), ma che di fatto era gestita a Bologna e che aveva acquisito a un corrispettivo irrisorio i diritti di sfruttamento di immagine e spazi pubblicitari delle due società sportive.

L’inchiesta era partita nel 2015 con le indagini della Guardia di Finanza: nel 2018 erano scattati sequestri per 25 milioni, nel mirino un giro di fatture da 75 milioni. Il processo è iniziato nel 2022 (per associazione a delinquere finalizzata all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, occultamento o distruzione delle scritture contabili, simulazione di reato), ma poi la vicenda si era ‘sgonfiata’ nel passaggio dall’udienza preliminare al dibattimento, con l’uscita dei ’big’ dal processo.

Nell’indagine era finito anche Gian Piero Domenicali, ex patron dell’Andrea Costa ed ex vicesindaco di Imola: assistito dall’avvocato Guido Magnisi, aveva patteggiato per un reato fiscale una pena minima (non ci fu infatti un’iniziativa di richiesta di danni), mentre era stato prosciolto, assieme a un’altra trentina di persone – in quella che era stata definita una ‘costola’, uno ‘spin off’, scaturito dalla ben più grande e articolata indagine partita nel 2015 – dall’accusa di presunti illeciti fiscali, derivanti da "false sponsorizzazioni in ambito sportivo", perché "il fatto non sussiste".

Un giro frutto di quel ’sodalizio’, a suo tempo, che secondo la Guardia di Finanza era quantificabile in 75 milioni di euro, a cui l’ex presidente biancorosso si è sempre dichiarato estraneo. Il bolognese Delle Piane, invece, secondo l’accusa era stato il deus ex machina di queste operazioni, cioè colui che aveva ideato (assieme alla madre, che nel frattempo è deceduta) questa filiera di società fittizie amministrate da prestanome e collocate in Inghilterra e in diverse località in Italia.

Per quanto riguarda i cosiddetti ‘prestanome’, molti sono stati dichiarati prescritti, in parte sono sono stati assolti e per tutti sono stati disposti il dissequestro e l’immediata restituzione di quanto era stato sottoposto a sequestro. "In attesa di leggere le motivazioni della sentenza – sottolinea l’avvocato Luca Camaggi, che assisteva uno dei prestanome –, accogliamo favorevolmente la definizione della vicenda a valle di un lungo e tortuoso procedimento penale. I fatti sono molto indietro nel tempo, l’indagine è iniziata nel 2015. Nel complesso, la vicenda è durata dieci anni".