Andrea De Maria "Non sono candidato Do il mio contributo come parlamentare"

Il deputato del Pd sembra sfilarsi dalla corsa a sindaco e appoggiare Matteo Lepore: "Non ci sono veti, il nome unitario si può trovare"

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di Rosalba Carbutti

In un ambiente che ricorda ’Grand Hotel’, il film del 1932 con Greta Garbo, ecco il passo (seppur felpato) verso Matteo Lepore di Andrea De Maria.

Il deputato del Pd arriva all’hotel Guercino in Bolognina al Salotto di Patrizia Finucci Gallo (nella foto, con De Maria) al fianco del presidente Acer Alessandro Alberani (altro nome in campo per le prossime Comunali) e sparge qualche indizio.

Di fronte a una platea minimal munita di elmetto anti-Covid e mascherina ffp2 e venti ospiti collegati live nelle stanze dell’hotel (compresi i presidenti dei quartieri Santo Stefano e San Donato-San Vitale, Rosa Amorevole e Simone Borsari, e la consigliera regionale Marilena Pillati), De Maria sottolinea che "l’unità si può trovare. Tutti i nomi in campo sono validi (dai tre assessori Matteo Lepore, Alberto Aitini e Marco Lombardo fino ad Alberani): non ci sono veti, né pregiudizi. Ciò che conta è la chiarezza programmatica". In sintesi: su certi temi non si può derogare. Sicurezza in primis: "Contrasto al traffico di droga, lotta la degrado e parallelamente maggiore inclusione sociale". E poi "la necessità di uno slancio per fare di Bologna una vera grande Città metropolitana e di una piena autonomia delle Istituzioni dal potere economico". Un messaggio a Lepore? L’assessore alla Cultura risponde subito, prova dell’avvicinamento al deputato dem: "Condivido molto quello che dice De Maria sui temi prioritari per la città e il perimetro della coalizione. In particolare il passaggio sulla chiarezza programmatica. È su questo che un grande partito deve lavorare per avere una coalizione forte e competitiva".

Di certo, l’intento del deputato dem, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, è chiaro: "Se dico che lavoro all’unità è perché ci credo e non perché ho secondi fini. Non mi piace il fatto che mi dipingano come dirigente di partito che pensa solo al suo percorso personale. Credo nella politica e nei suoi valori. E al Pd ho dato la vita".

Resta l’incognita: De Maria correrà alle Comunali? Lui sembra sfilarsi: "Non sono tra le persone che ha avanzato una candidatura, do un mio contributo alla città come parlamentare...".

Sulla data del voto ammette di preferire giugno, "poi certo il governo valuterà l’andamento della pandemia". Per quanto riguarda, invece, la road map del partito, passa la palla al segretario del Pd provinciale Luigi Tosiani (che al Salotto aveva annunciato il nome del candidato entro Natale, poi mai arrivato): "Farà una proposta unitaria in Direzione. La coesione nel Pd è maggiore di quello che sembra".

E se nelle ultime settimane hanno fatto rumore gli endorsement a Lepore del sindaco Virginio Merola ("con cui c’è grande sinergia", ha ripetuto più volte il deputato dem) e Stefano Bonaccini, da uomo di partito De Maria richiama il percorso del Pd: "Credo che la Direzione sia la sede dove fare sintesi tra posizioni anche diverse... In caso contrario le strade sono due: primarie o voto in assemblea cittadina su più candidati".

Ipotesi, quella della conta, che potrebbe portare il fronte anti-Lepore a puntare (sebbene ufficialmente si sia tirata indietro) sull’eurodeputata Elisabetta Gualmini. In tanti ripetono che potrebbe rientrare in campo, ma De Maria taglia corto: "Bisogna chiederlo a lei che è comunque persona molto valida. Poi, comunque, se alla fine si faranno le primarie (più probabili in caso di voto in autunno, ndr) dirò chi appoggerò". Altra ipotesi – scherza De Maria – "è convergere tutti su Patrizia Finucci Gallo"... Gli ospiti (presenti e digitali) ridono. E, intanto, compare sullo schermo anche la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, di Italia Viva. De Maria richiama la necessità di una coalizione larga da Bologna Civica a Iv. Dalla sinistra del Pd ai 5 Stelle. Ma non fino a Forza Italia. La coalizione Ursula, insomma, sotto le Due Torri non s’ha da fare.

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