Bologna, arrestato all'aeroporto il killer del fotoreporter italiano

Vitaly Markiv, italo-ucraino di 28 anni, è accusato dell'uccisione a colpi di mortaio di Andrea Rocchelli

Il passaporto del fotoreporter italiano (Ansa)

Il passaporto del fotoreporter italiano (Ansa)

Bologna, 1 luglio 2017 - Lo hanno arrestato appena ha rimesso piede, dopo anni, in Italia, all'aeroporto di Bologna, dove era sbarcato per andare a trovare la madre che in questi anni è rimasta in Italia (nella zona di Tolentino, nel Maceratese) ed è sposata con un italiano.. I Ros di Milano e i carabinieri di Pavia hanno così messo fine alla latitanza di Vitaly Markiv, italo-ucraino di 28 anni ritenuto responsabile, in concorso con altri non ancora identificati, dell'omicidio del foto-reporter pavese Andrea Rocchelli, dell'interprete russo Andrej Mironov e del ferimento del foto-reporter francese William Roguelon, avvenuto il 24 maggio 2014 a Sloviansk (Ucraina). Rocchelli era nel Donbass per documentare il conflitto tra forze regolari ucraine e milizie separatiste filo- russe dell'autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk.

L'arresto è avvenuto ieri, 30 giugno, a Bologna, ma la notizia è stata resa nota solo oggi, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Pavia su richiesta del pm. In particolare il fotoreporter italiano, di 31 anni, stava lavorando per documentare le vittime civili del conflitto: era noto per i molti reportage realizzati sempre in zone di conflitto e sempre tesi a documentare le ripercussioni sulla popolazione. Era in Ucraina dall'inizio di maggio.

Le indagini, intraprese inizialmente dal Nucleo informativo dei carabinieri di Pavia e poi successivamente condotta dal Ros di Milano, e coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal sostituto procuratore Andrea Zanoncelli, hanno accertato la responsabilità dell'italo-ucraino. Il giovane, alla fine del 2013, rispondeva - secondo quanto accertato - al richiamo della madre patria tornando in Ucraina e prendendo parte agli scontri di Piazza Maidan a Kiev. Quindi si arruolava nei neo-istituiti Battaglioni di volontari, inseriti nella Guardia Nazionale, alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno Ucraino. Veniva stanziato sulla collina Karachun, alle porte della cittadina di Sloviansk, altura dalla quale il 24 maggio 2014, tramite armi a ripetizione e colpi di mortaio, veniva aperto il fuoco indiscriminatamente verso i foto-reporter e l'interprete.

Ieri è tornato in Italia dopo un'assenza di anni. I carabinieri del Ros, insieme ai loro colleghi di Pavia, lo hanno quindi arrestato all'aeroporto: Markiv era insieme alla moglie.

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