Anno giudiziario 2019, migranti. 60 magistrati firmano una lettera per l'accoglienza

La protesta: “Messaggio di umanità, non di parte”

Giuseppe Colonna, presidente di Corte d’Appello: durante il suo discorso 60 toghe firmavano il documento

Giuseppe Colonna, presidente di Corte d’Appello: durante il suo discorso 60 toghe firmavano il documento

Bologna, 27 gennaio 2018 - Le parole di don Ciotti sui naufragi in un’aula di giustizia. L’aula più importante – quella Bachelet della Corte d’Appello di Bologna – nel momento più solenne di tutti, l’apertura dell’anno giudiziario. E mentre il presidente della Corte, Giuseppe Colonna, illustrava i numeri di un esercizio complicato, alle prese con vecchie e nuove emergenze (tra tutte, il volume di ricorsi in materia di protezione umanitaria), tra le fila dei presenti circolava un volantino, pensato da Carlo Sorgi, presidente di sezione del Tribunale del Lavoro bolognese e sottoscritto da 60 colleghi da tutta la regione.

Dal presidente del Tribunale di Bologna e giudice del maxi processo Aemilia Francesco Caruso al capo dei Gip felsinei Grazia Nart, dal procuratore aggiunto sotto le Due Torri Morena Plazzi al procuratore capo di Modena Lucia Musti, solo per citarne alcuni. Tutti concordi con quel testo che a partire dalle parole dell’anima di Libera e del Gruppo Abele, don Luigi Ciotti (“dobbiamo insorgere quando vengono violati i più elementari diritti umani (...) Il primo grande naufragio è quello delle nostre coscienze”) arriva a fare di una poesia il veicolo per “esprimere il nostro d’animo di profonda partecipazione agli attuali accadimenti”. E la poesia in questione, scritta da Marco Puglia, magistrato di sorveglianza a Santa Maria Capua Vetere, punta dritta al tema dei soccorsi in mare: “Mamma perché nessuno ci viene ad aiutare? Ho freddo e ho paura a restare qui nel mare”.

Il riferimento alle politiche del ministro dell’Interno è lampante, ma per Sorgi – che ha consegnato di persona lo scritto al sottosegretario alla Giustizia presente Vittorio Ferraresi (M5S) – quello “è un messaggio di umanità, non di parte”, sottoscritto da lui non come Anm o Md, e da persone di orientamento politico trasversali. Perché pur essendo “d’accordo con molti discorsi sull’Europa e la messa in mora di Paesi che si dimostrano infingardi, parliamone dopo che abbiamo salvato quelle vite in mare”.

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