Ansia, si chiude in casa a 10 anni La madre: "Saltate le scuole medie Ma ora sta finalmente guarendo"

Chiara, impiegata di 53 anni, racconta l’inizio dell’incubo e la lenta rinascita della ragazzina "Stava sempre in camera e non si alzava dal letto. Ero disperata. Fondamentale l’aiuto dei medici dell’Ausl"

Ansia, si chiude in casa a 10 anni  La madre: "Saltate le scuole medie  Ma ora sta finalmente guarendo"

Ansia, si chiude in casa a 10 anni La madre: "Saltate le scuole medie Ma ora sta finalmente guarendo"

Fuori dalle mura di casa c’è un mondo che fa paura: scuola, insegnanti e amici compresi. E allora si può decidere di non uscire più. Anche se si è una bambina di dieci anni.

Chiara, 53 anni, residente a Bologna, impiegata, racconta la storia della figlia, colpita da un grave disturbo di ansia, dell’inizio dell’incubo e della lunga strada che la sta, lentamente, portando verso l’uscita dal tunnel.

Quando ha iniziato a capire che qualcosa non andava in sua figlia?

"Aveva atteggiamenti sempre più indifferenti soprattutto nei miei confronti ma, allo stesso tempo, era rabbiosa: non le andava bene nulla ed era una continua sfida su qualunque cosa".

Quanti anni aveva quando è cominciato tutto questo?

"Dieci. Prima era una bambina affettuosa, sorridente, scherzava, giocava. Poi ha iniziato a chiudersi in camera. Non si alzava più da letto, aveva scatti di ira molto frequenti, non voleva assolutamente più andare a scuola".

Lei come ha reagito?

"Ho pensato che l’atteggiamento giusto da tenere fosse la severità. Quindi la sgridavo, la facevo alzare e la portavo a scuola ma era un dramma. La dovevo sempre accompagnare ma quando doveva entrare erano urla a non finire. Eppure non era successo nulla a scuola, non c’erano stati episodi, ad esempio di bullismo, nulla di nulla ma il suo rifiuto era totale. Un incubo, perché poi non voleva che nemmeno io uscissi di casa".

In che senso? Se ha detto che con lei aveva un rapporto conflittuale, voleva che rimasse a casa?

"E’ così. Quando stavo per uscire si metteva davanti alla porta, si aggrappava alle mie gambe. Voleva che rimanessi lì. Io non sapevo più cosa comportarmi".

Quindi cosa ha pensato di fare?

"Non andava più a scuola, quindi la preside mi chiamava e, conoscendo la situazione, mi ha suggerito di iniziare un percorso".

E lei lo ha fatto?

"Sì, prima abbiamo fatto una visita in ospedale ma poi siamo arrivati qui ai servizi dell’Ausl. Ho detto loro: ’Sono disperata, per favore aiutatemi’. E devo dire che ho trovato questo personale eccezionale. È stata presa in carico dalla dottoressa Magnani ed è cambiata tantissimo. Ma voglio sottolineare che anche io ho fatto il percorso assieme a Ilaria, perché anche io dovevo cambiare atteggiamento: pensavo che agire con severità fosse la soluzione e invece ho dovuto fare un passo indietro. E’ importante che i genitori che si trovano di fronte a questi problemi lo capiscano e abbiano l’umiltà di mettersi in discussione".

Qual è stato il primo passo verso il cambiamento che ha notato in sua figlia?

"Intanto ha ricominciato ad andare a scuola, poi parla, sorride, esce con le amiche e gli amici. Adesso sale anche sui mezzi pubblici e mi ha detto: ’Mamma è bellissimo prendere l’autobus’. Il percorso è ancora lungo, ma io sto ritrovando mia figlia".

Monica Raschi

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