
Un momento della messa in scena di ’Antigone’
Gli attori-detenuti dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano si incontrano con 25 studenti dell’Ateneo di Bologna. Succede nell’Antigone, spettacolo di teatro-carcere della compagnia Puntozero Teatro - IPM Cesare Beccaria di Milano, diretta da Giuseppe Scutellà, che domani alle 20,15 sarà in scena al teatro del Dams Lab, come parte del progetto ’Rinuncia alla tua rabbia, mostra che sai cambiare’.
Si tratta del secondo evento della rassegna Classici antichi e nuovi. I Saperi dell’Alma Mater, promossa dall’Ateneo bolognese per affrontare attraverso la cultura classica i grandi temi universali che attraversano i secoli, connettendo persone, discipline e saperi in un dialogo ispirato alla creatività e all’innovazione. Il progetto comprende anche un laboratorio intensivo condotto da Scutellà e dagli attori della compagnia per gli studenti dell’Università che verranno coinvolti nel Khoròs, il prologo performativo di Antigone, in un evento aperto al pubblico.
Anticipa lo spettacolo oggi dalle 19.30 alle 21.30 all’Aula VI di via Zamboni 38, un seminario pubblico organizzato nell’ambito di ’Ufo – Università fuori orario’, un talk propedeutico alla visione di ’Antigone’, con la partecipazione, tra gli altri, di Rossella Mazzaglia e Filippo Milani, curatori del progetto, e il regista Scutellà. "Rinuncia alla tua rabbia, mostra che sai cambiare", con queste parole Emone chiede a Creonte di non uccidere Antigone, dopo che si è macchiata di un reato contro lo Stato: avere versato terra sul cadavere del fratello Polinice. Scritta da Sofocle nel 442 a.C. circa, la tragedia di Antigone colpisce per l’impressionante attualità dei temi e nella rivisitazione di Giuseppe Scutellà - regista e attore di formazione damsiana, nonché fondatore insieme a Lisa Mazoni della compagnia Puntozero - il mito di Antigone rivive attraverso il coinvolgimento degli attori-detenuti.
"Come ogni anno, dal 2009 ad oggi – racconta il regista – Puntozero si confronta con uno dei testi cardine del proprio cammino, partendo dai ragazzi dell’Istituto e invitando tutti ad una riflessione collettiva su legge, coscienza, giustizia e libertà. Non si tratta, quindi, di una semplice riproposizione, ma di una nuova tessitura nata dentro e fuori le mura di un penitenziario, dove le domande su diritto, giustizia, umanità e libertà risuonano con forza".
Lo spettacolo ha come protagonista il coro, vestito di teli e cordami dove nasce l’esperienza collettiva tra attori detenuti e studenti: si muove su una scenografia essenziale, trasformandosi in un unico corpo gestuale e vocale, travolto dal ritmo delle percussioni.
b. c.