Appalti selvaggi e infortuni nella giungla della logistica

Il dg dell’Interporto Crespi: "Anche noi colti di sorpresa da questa chiusura, ma non siamo all’anno zero"

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Contratti sul filo della legalità, chiusure annunciate via WhatsApp, nodo sicurezza. Finita la breve pausa natalizia, all’Interporto tornano i problemi di sempre. La chiusura del magazzino di FedexTnt arriva come un fulmine a ciel sereno anche per i vertici dell’infrastruttura: "Questa notizia ha colto di sorpresa anche me – commenta il dg dell’Interporto Sergio Crespi –. Mi ero confrontato con l’azienda Zampieri, mi avevano pure chiesto spazio in più. Ora siamo in contatto con Città metropolitana e sindacati, per cercare di capire qualcosa di più anche contattando le aziende interessate alla vicenda".

Nei giorni scorsi, nota Crespi, "ero soddisfatto del fatto che in questo periodo stessimo tenendo col Covid, grazie al lavoro delle aziende, e anche ai servizi che ci sono in Interporto come il punto tamponi fino 31 marzo". L’anno scorso, però, i problemi sul fronte del lavoro e della sicurezza non sono mancati e anzi si sono acuiti con la ripresa economica. A partire dalle chiusure improvvise. Tra le vertenze più grosse quella del magazzino Logista, con i lavoratori della cooperativa Logistic Time esonerati dal lavoro il 2 agosto con un messaggio del 31 luglio che li informava che le attività sarebbero cessate dall’1 settembre. La chiusura poi è stata posticipata al 31 ottobre, i 15 lavoratori diretti hanno dovuto scegliere tra il trasferimento a Tortona e gli incentivi all’esodo mentre i 67 indiretti tra la ricollocazione in altre aziende (non sempre a tempo indeterminato) e incentivi all’esodo.

Alle chiusure si sono affiancati i problemi della sicurezza, esplosi nella notte tra il 20 e il 21 ottobre, quando Yaya Yafa, 22enne della Guinea Bissau, è morto nel magazzino di Sda – Poste Italiane. Era al terzo giorno di lavoro, è stato schiacciato fra un mezzo pesante e la piattaforma mobile (la ‘ribalta’) del magazzino. Due settimane dopo, un operaio ha perso sei dita in un magazzino di Dhl. In quelle settimane il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (che già in campagna elettorale aveva parlato della necessità di una "logistica etica") ha annunciato l’intenzione di non vendere più le quote dell’Interporto. "Stiamo lavorando su cinque tavoli: sicurezza, qualità, formazione, integrazione sociale e contestualizzazione nel territorio – spiega Crespi –. Vogliamo migliorare la qualità della vita e del lavoro. Ma non siamo all’anno zero, la situazione è meglio che in altri siti. Certo non vuol dire che non ci siano margini di miglioramento. Stiamo mettendo in piedi nuovi servizi, che integrati possono portare a un miglioramento della qualità della vita e del lavoro".

r. r.

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